La gente resta esasperata, specialmente tra Scampia, Secondigliano e Pianura, dove i cumuli ieri imperversavano ancora lungo le carreggiate e la puzza dei sacchetti entrava ancora...
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Secondigliano e Pianura soffrono. Via Roma verso Scampia è un fiume di immondizia (dove le aziende vanno a sversare di tutto). Secondo i dati dell’assessorato all’Ambiente, qui «almeno 2000 tonnellate di rifiuti vengono dai Comuni limitrofi». «Le periferie pagano per prime, anche perché urbanisticamente le strade sono più larghe – lamenta Di Pietro – Scampia non merita di essere trattata così. Negli ultimi giorni, Scampia è stata invasa da cumuli che arrivavano sulla soglia dei palazzi. La situazione ieri è migliorata, ma sono stati capovolti 20 cassonetti in 4 giorni». «Pianura, dopo 20 anni di discarica – dice Manuela Guarnieri, consigliera della IX Municipalità – ma aveva il diritto di essere il quartiere di punta per la differenziata. La rivoluzione contro i rifiuti doveva partire da qui, invece continua a essere periferia delle periferie».
Sulla crisi-siti di stoccaggio, c’è stata una riunione a piazza Matteotti: ogni crisi è una catena e non viene non mai per un solo motivo. L’impasse è il prodotto di almeno 3 fattori. Primo: il guasto del nastro di una delle tre linee del termovalorizzatore avvenuto (non a caso) due mesi prima della necessaria manutenzione dell’’impianto (già programmata a settembre). Il guasto ha rallentato il trasferimento dell’immondizia dagli stir verso Acerra, causando le code di camion strapieni costretti ad aspettare 10 ore per svuotarsi nell’impianto. Secondo: lo stallo generale delle gare d’appalto internazionali per lo smaltimento dei rifiuti, che rende difficile piazzare all’estero l’immondizia campana. Terzo: la mancata anticipazione dei tempi nell’allestimento di siti di stoccaggio alternativi. Le elezioni alle porte e il clima da braccio di ferro politico, in quest’ottica non hanno aiutato a sciogliere la catena di eventi che hanno confezionato il disastro.
«Non aspetto le dichiarazioni, anche un po’ fuori posto, del presidente De Luca - ha detto de Magistris - Non ci faremo trovare impreparati». Uno dei siti di stoccaggio, in tal senso, sarà nella zona Orientale di Napoli. «Questo tema crea preoccupazione e panico – prosegue il sindaco – e non servono. Servono lavoro e sinergia istituzionale. Stiamo lavorando perché non ci sia nessuna criticità pur in una situazione di grande emergenza, non di rifiuti, ma di impiantistica, visto che avremo il termovalorizzatore di Acerra fermo per 35 giorni a settembre». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino