Deserta e silenziosa, i muri e le case, le colonne, le vie tinti di rosa dalle prime e poi dalle ultime luci del giorno sotto lo sguardo del Vesuvio, il gigante nero. Una Pompei...
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Corsicato, come è stato girare a Pompei?
«Magico. Ho accettato subito con entusiasmo quando Scabec e Soprintendenza mi hanno proposto di girare questo video negli Scavi. È un luogo che amo molto, che ho visto la prima volta da ragazzino e dove appena possibile porto tutti i miei amici che vengono da fuori. Passare tre giorni a girare negli Scavi mi è sembrata un’opportunità imperdibile perché mi dava l’occasione di vedere la magia di questo luogo non più con gli occhi del turista».
Come l’ha immaginata il suo occhio da regista?
«Per tre giorni mi sono trasferito a Pompei, ho chiesto di poter girare all’alba e al tramonto quando la città dove il tempo si è fermato è senza turisti, deserta e immobile. Poi però le centinaia, migliaia di persone che ho visto entrare ogni giorno, mi hanno fatto cambiare idea e ho deciso di animare in qualche modo la città».
Come le è venuta l’idea di riprendere anche i turisti nella loro immobilità?
«Sapevo che non volevo ritrarli come i classici turisti con la macchina fotografica al collo. Un giorno mi ha colpito una coppia di turisti inglesi incantati davanti agli affreschi di Moregine esposti nella Palestra Grande e mi è venuta l’idea di riprenderli così, immobili. Ho fatto la stessa cosa con altri visitatori alle Terme e nelle varie domus. L’ispirazione mi è venuta dopo aver visto ”Rapiti alla morte”, la mostra con i calchi eposti nella piramide costruita da Francesco Venezia nell’Anfitetatro, che racconta l’ultimo istante dei pompeiani. Ho chiesto ai turisti di compiere delle azioni bloccate, come allacciarsi una scarpa o cercare una cosa nella borsa e li ho ripresi nell’attimo. Ne ho fatto dei calchi viventi perché volevo evocare lo struggente e contraddittorio sentimento della vita e della morte che convive a Pompei».
È stato difficile girare con turisti-attori?
«Sono stati tutti contenti, disponibili e bravissimi. Abbiamo girato con una steadycam e abbiamo fatto un unico ciak. Sono molto soddisfatto del risultato perché quello che doveva essere un video istituzionale destinato a valorizzare Pompei nelle sedi istituzionali adesso andrà anche in giro per i Festival di cinema».
Dopo i fatti di Parigi sostenere il nostro patrimonio diventa sempre più importante.
«Vedere migliaia di persone a Pompei mi ha aperto il cuore. Pompei è più che arte, più che cultura, è un pezzo di storia dell’umanità. Il turismo, soprattutto quello culturale, deve esser la nostra prima industria da sostenere e incentivare».
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Il Mattino