Porto di Napoli, nave contro banchina al Molo Beverello: «Ora cambiare l’ormeggio»

Una raffica di vento tra le cause della collisione

Porto di Napoli, nave contro banchina al Molo Beverello
«È incredibile che nel 2024 nel porto di Napoli e nel compartimento marittimo campano, le unità veloci e i traghetti ormeggino ancora in andana, come faceva il...

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«È incredibile che nel 2024 nel porto di Napoli e nel compartimento marittimo campano, le unità veloci e i traghetti ormeggino ancora in andana, come faceva il nocchiero di Nerone duemila anni fa. Alla fine a pagare è sempre e solo il povero comandante». Raffaele Aiello, una vita passata tra ponti di comando e scrivanie importanti prima come comandante di armamento di Tirrenia e poi ceo di Snav, dice che è profondamente ingiusto scaricare le responsabilità solo su un uomo che deve governare un mezzo in balia di raffiche di vento, con manovre antiquate e senza infrastrutture a terra.

«Più di un anno fa - sottolinea il comandante Aiello - ho suggerito all’Autorità di sistema portuale, di posizionare moli perpendicolari alla banchina del Beverello per rendere più sicuri gli ormeggi e anche più veloci. Sono soluzioni di attracco utilizzate da anni nei porti del Nord Europa». Oggi al Beverello si pratica l’ormeggio in andana, e i mezzi che non si affiancano alla banchina, tipo l’«Isola di Procida», coinvolto nella collisione di venerdì mattina, sono costretti a mollare l’ancora a prua e a indietreggiare in retromarcia per poggiare la poppa alla banchina. Una manovra lenta e pericolosa come abbiamo visto.

In pratica l’unico punto fisso, prima di agganciare alle bitte le cime di poppa, è proprio l’ancora che non evita lo scarroccio in caso di vento. Certo si può bilanciare con i motori, ma se la folata è improvvisa tutto diventa più difficile. Sulla collusione sono state aperte due inchieste, una della Procura e l’altra della Capitaneria di porto e sviluppi potrebbero esserci nei prossimi giorni. «Con i pontili a pettine - sottolinea il comandante Aiello - tutto è più sicuro perché il mezzo si affianca ai pontili. Addirittura è ipotizzabile l’uso di rulli di gomma capaci di reggere il mezzo senza neanche usare le cime. 

E non basta. Con i pontili ad entrambi i lati si velocizzerebbero anche le operazioni di sbarco e imbarco. Mentre da un lato si procede allo sbarco, dall’altro si potrebbe già imbarcare. Gli armatori avevano presentato un proprio progetto per il Beverello e lo avrebbero realizzato con fondi propri. In quel progetto erano previsti anche i pontili a pettine per ormeggi sicuri. È stata scelta la strada del progetto pubblico. Va bene, ma occorre intervenire, e presto, anche sugli attracchi». 

Bisogna anche dire che, più volte, il presidente dell’Autorità portuale, Andrea Annunziata, ha ribadito la volontà di intervenire con nuove infrastrutture anche sulla banchina del Beverello. Proprio la soluzione dei moli a pettine sembra quella più idonea a risolvere i problemi. Un ulteriore passo in avanti, poi, dovrebbero farlo gli armatori uniformando tipologia e dimensioni dei mezzi usati sulle linee veloci. Prevedere attracchi per catamarani, ad esempio, è diverso se si utilizzano monocarena.

Oggi la gamma dei mezzi usati è vastissima: si va da catamarani che ormeggiano di fianco, ai monocarena che hanno i portelloni a poppa e anche mezzi che accostano di prua, affidando la stabilità al moto delle eliche per restare fermi. Una omologazione dei mezzi faciliterebbe anche le manovre nei porti lungo la costa.

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Il Mattino