Boss dei narcos detenuto a Dubai, accolta la richiesta di estradizione per Raffaele Imperiale

Boss dei narcos detenuto a Dubai, accolta la richiesta di estradizione per Raffaele Imperiale
Nuova richiesta della Procura di Napoli alle autorità degli Emirati Arabi Uniti: stavolta si avvicina l’estradizione di Raffaele Imperiale. È detenuto dallo...

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Nuova richiesta della Procura di Napoli alle autorità degli Emirati Arabi Uniti: stavolta si avvicina l’estradizione di Raffaele Imperiale. È detenuto dallo scorso 4 agosto nelle carceri di Dubai, il 46enne di Castellammare soprannominato «Lelluccio ‘o parente» e ritenuto uno dei più potenti narcotrafficanti al mondo, al servizio del clan Amato-Pagano di Napoli, noto per aver custodito nell’abitazione dei genitori a Castellammare i due quadri di Van Gogh rubati dal museo di Amsterdam nel 2003, recuperati dalla guardia di finanza e restituiti alle autorità olandesi. Stando a fonti giornalistiche di Dubai, la nuova richiesta di estradizione avanzata nei giorni scorsi dalla Procura di Napoli e dal ministero della Giustizia nei confronti del «boss» dei Van Gogh sarebbe già stata accolta.

«Un numero record di latitanti internazionali ricercati sono stati arrestati negli Emirati Arabi Uniti nel 2021 e rimpatriati per rispondere alla giustizia nelle loro nazioni d’origine per vari crimini. Tra gli arresti di alto profilo c’era Raffaele Imperiale» scrivono i media. Insomma, nella lista dei «rimpatriati» c’è anche lui, accanto criminali del calibro di Leon Cullen, estradato un anno fa in Gran Bretagna per scontare una condanna a 22 anni di carcere per droga e armi. Le autorità degli Emirati sottolineano come «più di 145 latitanti internazionali sono stati assicurati alla giustizia negli Emirati nel 2021, grazie alla cooperazione tra i governi nazionali, le agenzie anticrimine e l’Interpol» volta al contrasto della «criminalità finanziaria». Sì, perché Dubai per anni ha rappresentato un approdo sicuro per tanti latitanti, come Imperiale, accusati di aver riciclato denaro sporco e aver finanziato da quell’oasi felice le loro organizzazioni criminali di riferimento e, alcuni, anche il terrorismo.

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In Italia Imperiale è atteso da due ordini di arresto. Il primo per una condanna definitiva a poco meno di cinque anni per traffico di droga, al termine di un processo nel quale ha ottenuto un notevole sconto di pena proprio grazie alla sua «collaborazione» nel recupero dei Van Gogh. Una seconda misura cautelare – emessa su richiesta della Dda di Napoli – punta ad attualizzare il suo ruolo nello scacchiere del narcotraffico europeo e napoletano, nel periodo in cui viveva la sua latitanza dorata a Dubai. La scorsa estate, il blitz della polizia di Dubai ha sorpreso Imperiale in una villa con piscina, due piani, ascensore interno e mega garage dove parcheggiare il suo suv bianco e una Mini Cooper, con tanto di passaporto russo e falsa identità (si faceva chiamare Antonio Rocco). In casa banconote di vari Paesi, orologi costosi e opere d’arte. Il blitz è scattato di notte, con decine di uomini.

Il nome del 46enne stabiese viene più volte accostato alla camorra, ma anche a pericolose organizzazioni criminali radicate in Belgio e nei Paesi Bassi, tra cui la nota «mocro maffia» ritenuta responsabile di decine di omicidi, compreso quello del giornalista investigativo olandese Peter de Vries. Nelle scorse settimane, dopo il rigetto della prima richiesta di estradizione di Imperiale da parte delle autorità emiratine, l’europarlamentare Fulvio Martusciello (PPE e Forza Italia) ha depositato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al vicepresidente della Commissione e alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla quale al momento non c’è stata risposta. Nel frattempo, Raffaele Imperiale è stato trasferito da un carcere duro a un altro penitenziario con regime meno afflittivo, in attesa del rientro in Italia.


 

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Il Mattino