San Gennaro, pace con la Curia: «È del popolo»

San Gennaro, pace con la Curia: «È del popolo»

Continua a leggere con la nostra promo elezioni:

X
Scade il 10/06
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

San Gennaro ha fatto il miracolo e l’ha fatto una settimana prima del previsto. Ha riportato la pace tra la Curia e la Deputazione della Cappella del Tesoro. La custodia e la gestione del patrono restano in mano ai napoletani, alla città, com’è stato da sempre, da quando, nel XVI secolo, fu firmato davanti a tre notai il contratto che sanciva con il sangue un legame diretto e indissolubile tra popolo e patrono, senza ingerenze ecclesiastiche. Pietro Treccagnoli

Il nuovo patto, siglato ieri, dal cardinale Crescenzio Sepe, riconosce il carattere laico della Deputazione, non equiparabile a una normale Fabbriceria, così, di fatto, rende carta straccia il decreto del ministero dell’Interno che imponeva l’ingresso tra i componenti della storica commissione di rappresentanti religiosi. Al Viminale non resta che ritirarlo, perché la Curia di fatto non intende applicarlo. Si ritira in buon ordine, fa un passo indietro, sebbene ufficialmente si sia sempre dichiarata estranea alle scelte romane, un passo indietro come è sempre accaduto nei secoli scorsi quando ci sono stati altri tentativi di mettere le mani sulle ampolle del prodigio.
Alla fine ha vinto Napoli, grazie al tenace impegno della Deputazione che, con il suo delegato agli affari legali, Riccardo Imperiali di Francavilla, non ha mai perso la speranza di una soluzione diplomatica che evitasse i labirinti burocratici della giustizia civile. Ha vinto Napoli, grazie alla mobilitazione popolare che ha sventolato i fazzoletti bianchi non come segno di resa, ma come impegno irrinunciabile a tenersi il patrono. Ha vinto chi, come la stampa, a cominciare dal Mattino, ha reso clamorosamente pubblico il tentativo di ingerenza della Chiesa napoletana, tanto che la protesta a difesa di san Gennaro ha fatto rapidamente il giro del mondo. Ha vinto anche la Chiesa perché ha dimostrato saggezza di fronte a un braccio di ferro che avrebbe potuto inimicarle un popolo intero.

Per sabato prossimo, come ogni sabato precedente la prima domenica di maggio, è atteso il miracolo dello scioglimento del sangue. La lunga processione il reliquiario e il busto del Santo e quelli di alcuni degli altri compatroni attraverserà Spaccanapoli per raggiungere Santa Chiara, dove tradizionalmente avviene la cerimonia. Fino all’altro ieri, si annunciavano contestazioni, sempre pacifiche, come un nuovo sventolio dei fazzoletti bianchi durante il discorso di Sua Eminenza. Alla luce dell’accordo, il corteo degli Inghirlandati dovrà essere, invece, una festa, una grande festa. Lo sventolio celebrerà la pace, quella che sta più a cuore a san Gennaro.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino