Napoli flop, se l'allenatore non governa la squadra

Napoli flop, se l'allenatore non governa la squadra
Gli unici scroscianti applausi si sono sentiti per Spalletti, l’allenatore che ha portato il Napoli alla storia vincendo lo scudetto.  ...

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Gli unici scroscianti applausi si sono sentiti per Spalletti, l’allenatore che ha portato il Napoli alla storia vincendo lo scudetto. 

È scattato il coro “Siamo noi i campioni d’Italia siamo noi”. Di quei campioni, al contrario di quanto auspicato dopo quei 13 minuti di Monza, non vi è più traccia. Ce n’erano 11 su 11 ieri nella squadra che ha affrontato il Frosinone, così a suo agio al Maradona da aver vinto qui la partita di Coppa Italia e aver conquistato un punto utile per la salvezza. Il sinistro di Politano e il rigore parato da Meret avrebbero potuto aiutare gli azzurri a conquistare tre punti per sperare in una clamorosa rimonta Champions. Ma la corsa finisce qui perché il Napoli ha buttato un’altra vittoria al vento, come a quelle contro Cagliari e Torino.

Non fossero stati bruciati questi punti, la squadra si troverebbe a 55 punti, più su dell’Atalanta. Ma è inutile fare congetture. C’è un ultimo tentativo da fare per l’Europa League e poi dovrà partire la ricostruzione di un gruppo che si è sfaldato perché ha perso una guida forte in campo come Spalletti e un autorevole punto di riferimento con Giuntoli. De Laurentiis dovrà pensare alla ricostruzione, che sarà più ampia rispetto a due anni fa perché oltre ai giocatori certi di cambiare club - Osimhen e Zielinski - vi sono alcuni avanti negli anni che potrebbero non dare più le opportune garanzie, oppure avrebbero bisogno di valide alternative, certo non quelle messe dal club a disposizione di Garcia e Mazzarri.

Non è un caso quanto è accaduto contro il Frosinone (e prima ancora contro il Cagliari e il Torino) perché la difesa - al Maradona 23 gol subiti e 22 segnati - sbanda paurosamente. Ci si è messo anche Meret, quando ha regalato a Cheddira, ceduto dal Napoli in prestito al club gialloblù, il primo dei due suoi gol. Questi errori sono prevedibili perché niente è stato fatto per sistemare il reparto dopo la cessione di Kim. Preso Natan, un acerbo difensore brasiliano che ha giocato - male - qualche partita ed è stato messo di fatto fuori squadra. A gennaio era stata avviata una trattativa con Dragusin, che ha poi scelto la Premier League.

E certo non ci si poteva accontentare di tale Dendoncker, che - parole di De Laurentiis - avrebbe potuto giocare a centrocampo e in difesa e invece sta facendo praticamente il turista. Un simile finale di partita, che avrà probabilmente amareggiato Spalletti che si sente legatissimo a questa città e questi colori, non può sorprendere anche perché Calzona ha lanciato un esplicito atto di accusa al Napoli, dicendo con chiarezza che non è una squadra e che non lo ascoltano perché avrebbe preteso tutt’altro tipo di gestione della partita e del vantaggio. «Non abbiamo la sensazione del pericolo», ha evidenziato. Il terzo allenatore, come i due predecessori, non sa governare la nervosissima squadra - Rui espulso al minuto 98 ne è l’immagine - che non sa chiudere le partite, con i suoi campioni che hanno vissuto di sprazzi in questa stagione, e che subisce gol che fanno male, come i due di quel ragazzo italo-marocchino che dopo aver scambiato la maglia con Osimhen vorrebbe segnare i prossimi gol al Maradona per il Napoli. 

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Il Mattino