OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
L’Italia si ferma, il turismo frena e le piazze di Milano, Roma e Napoli sono piene di auto bianche - a motori spenti e a tassametro in modalità “off” - che hanno rubato letteralmente la scena ai visitatori. È la foto della seconda giornata di sciopero selvaggio dei tassisti. E sullo sfondo si profila un altro doppio sciopero per il 20 e il 21. Protestano i conducenti, vogliono che il Governo stralci l’articolo 10 dal Dl concorrenza che porta sostanzialmente alla liberalizzazione delle licenze nel trasporto pubblico, soprattutto - per i tassisti - a vantaggio di Uber, storico rivale dei tassisti. La rivolta ieri è stata ancora più focosa perché è di dominio pubblico l’inchiesta ribattezzata “Uber files” che interessa diversi Paesi europei da dove emergerebbe che la Uber avrebbe avuto la strada spianata dalle politiche dei singoli Stati - tra cui l’Italia - in modo non sempre trasparente. In questa cornice esplode la giornata nera per gli italiani e per i turisti. A Roma i tassisti si sono incatenati nei pressi di Palazzo Chigi e hanno paralizzato il centro della Capitale perché chiedevano risposte dal Governo. Ma dall’esecutivo guidato da Mario Draghi arriva poco o nulla anche perché la paralisi politica è seria. Un terremoto che ha avuto come epicentro Napoli da dove arriva la minaccia che se non arrivano notizie confortanti da Roma sono pronti a occupare le autostrade.
Per ora ben 500 auto bianche hanno occupato Piazza del Plebiscito, la piazza simbolo di Napoli, che ha fatto così un salto all’indietro di quasi 30 anni, perché in quell’epoca fu deciso di pedonalizzarla. Le auto bianche sono state parcheggiate all’interno dell’emiciclo occupando così la grande area pedonale tra il Palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola.
Gianna Mazzarella - presidente della sezione turismo degli Industriali napoletani - è preoccupata e non ne fa mistero: «Comprendiamo la necessità dei tassisti di far valere i loro diritti e speriamo si trovi presto una soluzione. Il trasporto, e quello dei taxi è un trasporto pubblico, è un comprato fondamentale per il turismo e noi non condividiamo le modalità improvvise con le quali sono stati convocati gli scioperi». La presidente rivela il grado di difficoltà che sta vivendo Napoli: «Molti dipendenti di alberghi hanno utilizzato la loro auto privata e si sono messi a disposizione dei turisti che erano sgomenti per accompagnarli all’aeroporto o alla Stazione e allo stesso modo per portarli negli alberghi». La Mazzarella insiste: «La protesta è legittima ma vanno garantite delle fasce orarie per ridurre l’impatto sull’operatività del settore. Si tratta di un servizio pubblico e va garantito il modus operandi dei tassisti schiaccia tutto il comparto crea disagio ai turisti ma soprattutto alla città e ai napoletani. Il protrarsi questa situazione che va avanti da qualche settimana potrebbe avere ripercussioni perché la stampa internazionale sta riportando quanto sta accadendo in Italia e non solo a Napoli. Di questo si deve rendere conto anche la categoria dei tassisti, il comparto così non regge». Anche tra i tassisti - tuttavia - non c’è unità di intenti e proprio nella piazza simbolo di Napoli ne dà conto uno striscione contro Uber, ma anche contro il sindacalista romano Loreno Bittarelli di Radiotaxi per il quale trovare un accordo con Uber potrebbe invece portare vantaggi alla categoria. Tassisti divisi e politica divisa, infatti anche le forze di centrodestra che appoggiano il governo Draghi come il leader leghista Matteo Salvini in testa chiedono lo stralcio dell’articolo 10 dal dl concorrenza. E la miccia - anche in questo caso - è l’inchiesta che coinvolge Uber. Questione di punti di vista, ma la sostanza non cambia, ieri l’Italia è stata compressa nella morsa della protesta dei tassisti.
Nella Capitale non sono mancate le tensioni, oltre agli incatenati vicino Palazzo Chigi, in una nota Francesco Artusa, presidente di Sistema trasporti, associazione per il trasporto privati di Ncc e bus turistici denuncia aggressioni: «Ci segnalano le solite aggressioni verbali e il consueto lancio di uova ai danni degli Ncc - racconta aggiunge - come sempre invitiamo gli operatori Ncc a non rispondere a nessuna provocazione e contestualmente a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine presenti negli aeroporti e nelle stazioni perché vengano identificati gli autori di questi episodi e possano risponderne penalmente e non solo. Ci siamo è già attivati presso prefetture e questure per sollecitare interventi e presidi delle zone più calde» e tra queste c’è anche Napoli.
Il Mattino