Un anno e mezzo dopo la loro contestata scarcerazione, sono tornati in prigione i fratelli Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini, gli imprenditori dello smaltimento dei rifiuti...
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Ieri, a commentare la svolta (i tre fratelli si sono costituiti l’altra sera) è stato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «Il ritorno in carcere di questi criminali – scrive Costa - pone fine a una vera umiliazione inflitta ai cittadini onesti e a coloro che ogni giorno si battono per la difesa del territorio. Ringrazio Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista tra i portavoce del movimento in difesa della Terra dei Fuochi, così come tutti gli altri numerosi esponenti dei movimenti che hanno continuato a manifestare instancabilmente».
Il ministro pone l’attenzione sul tesoro dei Pellini, un patrimonio di 222 milioni di euro confiscato in primo grado. «È importante – osserva Costa - procedere in via definitiva anche con la confisca dei beni, affinché non venga data la possibilità a chi per anni ha fatto affari a danno dell’ambiente, di poter vivere nell’agio con le ricchezze guadagnate».
La notizia del ritorno in carcere dei Pellini è stata accolta con sollievo da don Maurizio Patriciello, il sacerdote della Terra dei Fuochi, parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano, che l’ha diffusa sui social. Soddisfazione è stata espressa anche dai consiglieri regionali del M5s Maria Muscarà e Vincenzo Viglione e da Francesco Borrelli dei Verdi. Infine tra gli ecologisti hanno preso posizione Miriam Corongiu, Vincenzo Tosti e Lucio Righetti. Si è fatto attendere il comunicato del M5s di Acerra, poi pubblicato alle 14 di ieri. Delusione, invece, per il silenzio del sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, dei consiglieri comunali e dei vertici cittadini dei partiti.
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Il Mattino