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La copertura finanziaria completa riguarda per ora solo la linea che collegherà rapidamente Napoli e Bari. Partita prima (e comunque in ritardo rispetto a certe previsioni originarie), sarà lei ad inaugurare l’Alta velocità-Alta capacità (passeggeri e merci, per intenderci) nel Mezzogiorno oltre Napoli e Salerno. Cinque miliardi e 787 milioni di euro è il costo che è stato stimato, altrettanti sono i finanziamenti già disponibili in base al Contratto di programma delle Ferrovie dello Stato 2018-2019. È il dato che balza subito agli occhi approfondendo costi e progetti delle opere ferroviarie, stradali, idriche e di pubblica sicurezza del Mezzogiorno (per un totale di 37 miliardi di investimento su 82 miliardi) inserite nell’elenco delle 57 commissariate dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile per accelerarne l’inizio, la prosecuzione o, appunto, il completamento.
A livello finanziario, l’altro grande impegno infrastrutturale previsto dal Piano, il potenziamento della linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria «con caratteristiche di Alta velocità» (non si raggiungeranno cioè su tutta la tratta i km orari ormai standard dei Frecciarossa, per intenderci), che figurava già tra le priorità del Piano Italia Veloce, è praticamente appena all’inizio. Nel senso che al momento risultano appostati, rispetto ad un costo complessivo stimato in oltre 11 miliardi di euro, i soli 35 milioni destinati al Progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte l’acronimo). Al commissario spetterà non a caso il compito di programmare tutte le attività propedeutiche all’avvio vero e proprio dei cantieri, sulla base della suddivisione dell’opera in mega-lotti funzionali. Due quelli previsti: il primo, che dovrebbe essere realizzato entro il 2026, data massima per l’utilizzo dei fondi europei del Next generation Eu, riguarderà il collegamento tra Salerno, Battipaglia e Praja Ajeta Tortora (la stazione di Praja a Mare); il secondo quello tra Praja e Tarsia, tutto in Calabria, con un impegnativo intervento nella galleria Santomarco, tra Paola e Cosenza, un tunnel a binario unico per il quale esistono peraltro già progetti per collegamenti con le ferrovie interne calabresi e con la Tirrenica.
Situazione identica per la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.
Dallo stesso Contratto di programma potrebbero arrivare buone nuove per la prima volta dell’Alta velocità-Alta capacità in Sicilia, la realizzazione cioè del nuovo asse tra Palermo e Catania, costo stimato in 9 miliardi e 177 milioni di cui oltre 7 miliardi previsti appunto dall’accordo Stato-Fs. È l’opera forse più complicata per certi versi, suddivisa in ben sei lotti funzionali, con binari doppi e unici e gallerie, il cui “proseguimento” sul continente attraverso il Ponte sullo Stretto (ignorato per ora dal Pnrr) sembra però a dir poco indispensabile. In totale ci sono 27 miliardi di investimenti per portare l’Alta velocità al Sud e di essi fanno parte anche i 700 milioni previsti per il raddoppio della Pescara-Bari che interesserà, appunto, anche il Mezzogiorno nell’area di Peschici.
Discrete le notizie concernenti gli assi viari previsti tra le opere commissariate. Per la statale Jonica, dei 3 miliardi previsti per il completamento ci sono circa mille milioni già disponibili tra Fondo unico Anas, Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Sviluppo Coesione: considerata l’assoluta priorità dell’opera, è assai probabile che i finanziamenti mancanti saranno coperti senza intoppi. Nessun problema del genere invece per la Ragusana e per la «strada degli scrittori» tra Agrigento e Caltanissetta, così chiamata in omaggio agli itinerari cari a molti scrittori siciliani, da Pirandello a Sciascia. I soldi per entrambe ci sono già tutti. Manca ancora qualcosa in Campania per il completamento della statale della val Fortore tra San Marco dei Cavoti e San Bartolomeo in Galdo, più indietro invece il collegamento in Puglia tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia lungo la statale Garganica. Qui c’è solo un finanziamento di 56 milioni dell’Fsc su un costo stimato in oltre 900 milioni.
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Il Mattino