È un tuffo al cuore il litorale tra Coroglio, Nisida, Bagnoli e via Cattolica: distrutto e poetico, bello e doloroso. Tra i ruderi dell’ex Italsider e sulla riva...
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COROGLIO
È da Discesa Coroglio che si vede meglio il panorama: mare, cemento, pontili. Un paradiso underground che mozza il fiato. Per vederlo però bisogna sbirciare tra le transenne del belvedere-discarica, con la balaustra in frantumi e in rovina da anni. Oppure bisogna guardare oltre le piante incolte, tra i sacchetti abbandonati e le altre transenne di rocce appena crollate. Il Belvedere poco sotto alla Grotta di Seiano, per fortuna, al momento è messo meglio dell’altro. Su via Coroglio, però, si incontra una folta discarica nuova di zecca appena fuori al cancello arrugginito dell’Ilva. «Ma che parliamo a fare - esordisce Vincenzo Grillo di Grillo Food and Drink - Ogni speranza è distrutta per i giovani della zona. Siamo preoccupatissimi anche dal punto di vista ambientale. Il problema è anche che qui non ci sono controlli, ce ne vorrebbero di più, perché questo permette ai cittadini di buttare in strada qualsiasi cosa, dai rifiuti normali a quelli particolari. Siamo da 6 anni senza operatore ecologico su via Coroglio». All’assenza di spazzini, va sommata l’inciviltà. Vicino ai cassonetti all’esterno di Città della Scienza, ognuno ha buttato qualcosa: un ombrello, uno scatolone di cioccolatini, un comodino, del polistirolo, una sedia. Ed ecco: così nasce una discarica.
VIA CATTOLICA
Ore 11, 20 marzo 2019. I capanni colorati e cadenti del parco dello sport, costruito e mai aperto, fanno da sfondo a due maxi discariche - fino all’altro ieri erano tre. La prima, sotto il ponte, è un fiume in piena di materiali di risulta, copertoni, sacchetti, cartoni. Il regno sovrano delle macerie e dell’inciviltà. La seconda, proprio di fronte all’ingresso del parco in rovina, vanta relitti di auto e moto rubate, secchi di vernice, una tazza di water. Sul muretto che la inaugura c’è scritto «Volontà». Beffardo. «Sono anni, secoli, che via Cattolica è sporca - spiega Luigi Salzano, che lavora in un bar a pochi metri da Città della Scienza - Quando vengono a ritirare la spazzatura, dopo poco tempo le discariche si riformano. C’è poco da fare». Anche se si tratta di discariche abusive, e quindi fuori dai percorsi ordinari dell’Asìa, servirà la «volontà» di pulire e controllare che resti pulito. Già, perché gli incivili non dormono mai e con il caldo i rifiuti cominceranno a puzzare. Tutta via Cattolica è desolazione, immondizia nascosta da cancelli chiusi, o in bella mostra sul ciglio del marciapiede. Un sogno di rinascita che si è rassegnato all’inferno.
VIA NISIDA
Non c’è scampo all’immondizia sull’altro Lungomare di Napoli. Se all’incrocio ai piedi della discesa della Grotta di Seiano, anziché percorrere via Coroglio o girare a sinistra verso via Cattolica, si prova a imboccare via Nisida, l’antifona purtroppo non cambia. L’affaccio sul mare continua a spezzare il fiato, le discariche pure. Se ne contano quattro. Le prime due sono montagnole scomposte e file indiane di sacchetti non ancora ritirati, appoggiati ai muri o lungo il marciapiede. La terza è un incrocio di legname e rifiuti. La quarta, dulcis in fundo, è lo scempio maggiore. Un trionfo di fogliame, sacchi, secchi, sedie, taniche piene e taniche vuote. Al centro c’è un motoscafo abbandonato, pieno di «monnezza», su cui svetta una bacinella azzurrina. Il mare, il cielo e il profilo di Nisida sono a pochi metri: la bellezza è vicinissima ma da qui non si vede. La discarica è a cielo chiuso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino