«Animali domestici possono trasferire super-batteri all'uomo»

«Animali domestici possono trasferire super-batteri all'uomo»
Gli animali domestici, anche quando sono perfettamente sani, possono trasmettere ai loro proprietari batteri resistenti agli antibiotici o i cosiddetti geni della resistenza,...

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Gli animali domestici, anche quando sono perfettamente sani, possono trasmettere ai loro proprietari batteri resistenti agli antibiotici o i cosiddetti geni della resistenza, porzioni di Dna che possono essere trasferiti da un batterio all'altro conferendo la capacità di sfuggire ai farmaci. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'università di Lisbona e del Royal Veterinary College di Londra che sarà presentato nel corso dell'European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases.

«Anche prima della pandemia di Covid-19, la resistenza agli antibiotici era una delle maggiori minacce per la salute pubblica perché può rendere incurabili condizioni come la polmonite, la sepsi, le vie urinarie e le infezioni delle ferite», spiega in una nota una delle autrici dello studio, Juliana Menezes. E il ruolo degli animali da compagnia come potenziali serbatoi di batteri resistenti è da tempo oggetto di studio. La ricerca ha coinvolto 83 famiglie nel Regno Unito e in Portogallo per un totale di 114 persone e 155 animali, tra cani e gatti. 

Attraverso analisi mensili, i ricercatori hanno censito i microbi potenzialmente dannosi presenti nelle feci, scoprendo che circa il 14% degli animali e degli umani condivideva batteri con caratteristiche di resistenza agli antibiotici ad ampio spettro. In quasi il 5% delle famiglie sono stati riscontrati i medesimi geni della resistenza sia nei proprietari sia negli animali domestici. «Sebbene il livello di condivisione nelle famiglie che abbiamo studiato sia basso, i portatori sani possono diffondere batteri nel loro ambiente per mesi ed essere una fonte di infezione per altre persone e animali più vulnerabili, come gli anziani e le donne in gravidanza», dice ancora Menezes. «I nostri risultati rafforzano la necessità di praticare una buona igiene negli animali domestici e di ridurre l'uso di antibiotici non necessari negli animali da compagnia e nelle persone».

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Il Mattino