Morto Billy, il koala simbolo della distruzione degli incendi in Australia

Billy non ce l'ha fatta. L'animale simbolo della strage dovuta agli incendi in Australia è morto a causa proprio delle gravissime ustioni riportate. Billy era un...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Billy non ce l'ha fatta. L'animale simbolo della strage dovuta agli incendi in Australia è morto a causa proprio delle gravissime ustioni riportate. Billy era un koala che era stato trovato con le zampe bruciate e portato nel Centro di recupero della fauna selvatica di Adelaide. Lì era stato accudito e i medici hanno sperato fino in fondo che si potesse salvare ma non è stato così.


LEGGI ANCHE Ancora incendi in Australia, roghi vicino a base aerea a nord di Perth



Le sue foto sono diventate virali e hanno fatto il giro del mondo. Tutto il pianeta ha eletto Billy al simbolo della sofferenza degli animali nella forza distruttiva degli incendi australiani. Tutti hanno sperato che il dolce koala si salvasse e desse un messaggio di speranza, ma purtroppo le cose sono andate diversamente. Billy purtroppo non ce l'ha fatta e a dare la triste notizia sono stati i responsabili del centro di recupero.

«Abbiamo alcune notizie molto tristi da condividere con voi, hanno scritto. Il nostro caro Billy non è riuscito a terminare il suo viaggio di recupero. Sembrava stare meglio ma le ferite e lo stress per la tragica esperienza vissuta, sono stati troppo per lui. Grazie a tutti per il vostro amore». Intanto in Australia l'emergenza per gli incendi continua. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino