Una piccola ruota di un'auto giocattolo al posto della zampetta che, suo malgrado, era stata costretta ad amputarle in seguito a una grave lesione. Un'idea assolutamente...
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Ma andiamo con ordine e partiamo dal giorno in cui Camilla, una Testudo Hermanni di cinque anni, tra le specie più longeve e diffuse in Italia, si è risvegliata dal suo lungo letargo invernale. Non era più la stessa, si muoveva con grande difficoltà, uno degli arti anteriori sembrava come paralizzato. Da qui la decisione della proprietaria di portarla nella clinica veterinaria della dottoressa D'Ambrosio dove la gravità delle sue condizioni è stata subito evidente. «La lesione era profonda e anche molto estesa - racconta la D'Ambrosio - la piccola tartaruga non riusciva più a muovere l'arto correttamente. Una condizione che le impediva di percorrere anche piccolissimi tratti».
Per capirne di più a Camilla viene fatta anche una radiografia dalla quale si evidenzia «il coinvolgimento delle strutture ossee sottostanti». Una situazione complessa rispetto alla quale non sembravano esserci troppe soluzioni: ogni tentativo di recuperare la zampetta risultava inutile: «Con grande dolore mi rendo conto che, se volevo salvarla da una morte sicura, non mi restava altro da fare che amputare l'arto ammalato - spiega ancora la dottoressa - ma mentre la operavo continuavo a pensare come avrei potuto fare per permetterle di muoversi lo stesso come faceva prima».
Pensa e ripensa, si accende la lampadina: «Ci voleva una protesi, avevo bisogno di qualcosa di artificiale, ma cosa, come? Ecco che all'improvviso arriva l'idea: la ruota di un'auto giocattolo, che avrei applicato in corrispondenza dell'arto mancante, era esattamente quello che faceva al caso mio».
Così la D'Ambrosio decide di procedere, acquista una macchinina buona per far giocare un bambino, e opera la tartaruga: «Al risveglio dall'anestesia, - racconta - superate le prime difficoltà, Camilla ha cominciato a muoversi subito dimostrando grande forza di volontà e capacità di adattamento». Fortunatamente il decorso sta procedendo bene e il veterinario si dichiara anche soddisfatto dei tempi di recupero: «Nel corso dell'ultima visita di controllo l'ho trovata particolarmente attiva e molto vigile». E poi conclude: «La ferita è in via di guarigione e, dopo neanche una settimana dall'intervento, aveva anche ripreso ad alimentarsi normalmente, tornando a vivere libera e felice nel suo giardino». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino