Quando la disinformazione, specialmente in ambito medico e sanitario, può diventare pericolosissima: un gatto è morto dopo aver riportato un'intossicazione...
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È accaduto a Crema (Cremona), dove un gatto, finito intossicato, è stato portato dai padroni in una clinica veterinaria, ma non è stato possibile salvarlo. Non si tratterebbe nemmeno di un caso isolato, anche se altri animali, che erano rimasti intossicati, sono stati salvati dai veterinari. Non mancano le accuse all'indirizzo di Enrico Zibellini, un veterinario che, in collegamento con Barbara D'Urso a Pomeriggio Cinque, aveva consigliato di utilizzare la candeggina per disinfettare le zampe di cani e gatti. La candeggina, tuttavia, possiede agenti chimici capaci non solo di causare ustioni alle zampe degli animali, ma può anche essere ingerita causando intossicazioni letali.
Il primo a condannare quanto affermato dal veterinario ospite di Pomeriggio Cinque era stato l'ex direttore del Bioparco di Roma, Federico Coccìa, ma è stato Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani, a chiarire tutto sempre in diretta su Pomeriggio Cinque: «Il collega faceva riferimento a una diluizione della candeggina – ha detto Melosi in collegamento con Barbara d’Urso - Il messaggio che voleva portare ai proprietari degli animali è che il cloro è molto attivo nei confronti del virus. Ovviamente il cloro è una sostanza irritante e deve essere utilizzata a particolari diluizioni. Ad esempio, sui polpastrelli dei cani si possono impiegare prodotti come Amuchina spray, che ha una concentrazione dello 0,05%. Questo vorrebbe dire che due cucchiaini di candeggina in un litro d’acqua, danno la stessa concentrazione di cloro presente nell’Amuchina. Quindi il collega ha detto una cosa giusta, si è solo dimenticato di dire la diluizione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino