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È bastato un solo caso di Covid segnalato su un visone all'interno di un allevamento per far scattare l'ordine di sacrificare tutti i visoni di una fattoria a Navatalgordo, nella provincia di Ávila, in Spagna. L'impresa agricola che alleva gli animali ha circa 1.010 esemplari da riproduzione di visoni americani.
Covid, un visone nello Utah primo caso di animale selvatico positivo
Il contagio
Il caso sospetto di Covid tra i visoni è stato rilevato quando alcuni lavoratori incaricati della cura e del mantenimento degli animali da allevamento sono risultati positivi al Covid-19: uno degli addetti dell'allevamento, infatti, ha accusato sintomi compatibili con la malattia.
Visoni asintomatici
I visoni sono stati sempre asintomatici. Nell'allevamento non si sono manifestate mortalità anormali o sintomi clinici tali da far sospettare la presenza del virus negli animali, scrive La Razon. Il programma nazionale spagnolo per la prevenzione, la sorveglianza e il controllo del SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni americani, e poi i servizi veterinari ufficiali del Ministero dell'agricoltura, dell'allevamento e dello sviluppo rurale della Junta de Castilla y León, non appena si sono accorti della presenza di lavoratori positivi hanno proceduto all'immediato fermo dell'azienda, mettendo in isolamento i lavoratori e rafforzando le misure d'igiene nell'allevamento.
Focolaio tra i lavoratori
I campioni prelevati hanno dato un risultato positivo e gli esiti preliminari dell'indagine epidemiologica indicano che l'infezione probabilmente ha avuto origine nei lavoratori agricoli, risultati positivi al Covid-19. Sia i campioni di questi lavoratori che quelli degli animali da allevamento saranno ora sottoposti a studi di sequenziamento molecolare all'Istituto sanitario Carlos III nei prossimi giorni.
Verranno abbattuti tutti gli animali
Nei prossimi giorni e al fine di preservare la salute pubblica, saranno abbattuti e distrutti tutti gli animali dell'azienda agricola: 1.010 visoni da riproduzione.
Gli esperti: un vaccino anche per visoni, cani e gatti
La vaccinazione di cani e gatti domestici potrebbe essere necessaria per frenare la diffusione dell'infezione da Sars-Cov.2. Questo il messaggio lanciato, dalle pagine della rivista Virulence, dagli esperti di virologia, malattie infettive e genomica dell'Università dell'East Anglia, l'Earlham Institute e l'Università del Minnesota. Gli autori sottolineano che una minaccia all'efficacia del vaccino proviene da ceppi emergenti sia esistenti (come le varianti del Regno Unito, del Sud Africa e del Brasile) sia quelli che devono ancora venire. E avvertono che la continua evoluzione del virus negli ospiti animali, come gatti e visoni, seguita dalla trasmissione in ospiti umani suscettibili, rappresenta un rischio significativo a lungo termine per la salute pubblica, suggerendo che la vaccinazione di alcuni animali domestici potrebbe essere importante per fermare ulteriormente evoluzione del virus ed eventi di «spillback», o salto di specie.
Per questo, sottolineano, «non è impensabile che la vaccinazione di alcune specie animali domestiche possa essere necessaria anche per frenare la diffusione dell'infezione». Dai ricercatori arriva anche un appello al mantenere alta l'attenzione. Guardando indietro a ciò che è accaduto, infatti, evidenziano come il lancio di pacchetti di stimolo economico, in molti paesi sembra aver alimentato il tasso di trasmissione da persona a persona. Mentre i governi stanno negoziando un «equilibrio precario» tra salvare l'economia e prevenire le vittime da Sars-Cov-2, un'azione più forte, ora, è il modo migliore per mitigare, in seguito, gli esiti più gravi di varianti virulente.
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Il Mattino