Una scoperta importante nel mondo della paleontologia. Il più grande dinosauro predatore di tutti i tempi, lo spinosauro, nuotava nei fiumi del Cretaceo grazie a una coda...
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Grazie a quattro campagne di scavo, condotte tra il 2015 e il 2019 nel deserto del Kem Kem, i paleontologi hanno estratto da un pendio roccioso quasi 40 vertebre e altre ossa della coda di un grande dinosauro che erano racchiuse nello stesso strato da cui era già venuto alla luce lo scheletro incompleto di spinosauro già pubblicato su Science nel 2014 come il primo dei dinosauri nuotatori. L'analisi paleoistologica dei resti, condotta all'Università di Yale da Matteo Fabbri, ha confermato che le ossa appartenevano tutte allo stesso giovane esemplare di spinosauro, lungo più di 10 metri e pesante più di 3,5 tonnellate. La coda, lunga 5 metri e completa all'80%, presentava alla base dei grandi fasci muscolari, mentre lunghe spine (sia sopra che sotto le vertebre) la rendevano alta e piatta come un lungo nastro o l'estremità di una pagaia. Per capirne il funzionamento, esperti di biomeccanica di Harvard ne hanno realizzato un modello mosso da un braccio robotico all'interno del tunnel dell'acqua. I risultati dei test «dimostrano che in acqua la coda dello spinosauro aveva un'efficienza propulsiva assai più elevata delle code lunghe e sottili dei dinosauri carnivori tipicamente terrestri - spiega Dal Sasso - molto più simile a quella delle code dei vertebrati acquatici viventi, che nuotano bene anche controcorrente». «La coda nastriforme - aggiunge il coautore Simone Maganuco - dava anche maggiore stabilità riducendo la tendenza al rollio. A questo poteva contribuire anche la grande vela dorsale, che forse funzionava come una chiglia inversa».
Il Mattino