Fingeva di adottare gatti trovatelli e poi li faceva a pezzi: 3 anni e mezzo di carcere

Fingeva di adottare gatti trovatelli e poi li faceva a pezzi: 3 anni e mezzo di carcere
Teneva sotto controllo gli annunci di chi regalava gattini. Contattava, si accordava e poi se ne andava col micio. Ma non per tenerlo con sé. Per torturarlo e ucciderlo....

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Teneva sotto controllo gli annunci di chi regalava gattini. Contattava, si accordava e poi se ne andava col micio. Ma non per tenerlo con sé. Per torturarlo e ucciderlo. Poi lo faceva sapere alle ex padrone con tanto di fotografie delle sevizie.

Per Marco Facchinetti, 41 anni, di Trescore Balneario, questa mattina è arrivata la condanna a tre anni e mezzo di carcere, più del doppio di quelli chiesti dalla procura, che si era fermata a un anno e quattro mesi. Dovrà inoltre pagare 5 mila euro a ognuna delle parti civili: le associazioni Enpa, Diritti Animali e Ugda, che ad agosto 2014 avevano organizzato un corteo di protesta sotto casa sua.
L’indagine era partita qualche mese prima dalle denunce presentate ai carabinieri da due donne che gli avevano affidato i loro gatti. A loro il 41enne aveva comunicato la terribile fine toccata agli animali. L’ha fatto con tre gatti di una donna e altri due di un’altra, in più gli è stato contestato «un numero indeterminato» di altri episodi. Tra le testimonianze a processo quella di una gattara che aveva ricevuto una serie di immagini choc del suo micio fatto a pezzi, accompagnate dalla scritta finale: «Olé».

La perizia psichiatrica, chiesta e ottenuta dal suo difensore, l’avvocato Isabella Colombo, ha riconosciuto l’uomo capace di intendere e di volere, pur riscontrando «un disturbo antisociale di personalità». È un problema che può scatenare aggressività. Il 12 dicembre scorso Facchinetti era già stato condannato per stalking a due anni di reclusione senza sospensione condizionale, un anno di libertà vigilata, 13 mila euro di risarcimento alla parte civile e l’imposizione di sottoporsi a un trattamento psichiatrico. Uguale la vicenda, ma in quel caso gli erano stati contestati, in particolare, gli sms e le telefonate a raffica inviati a una 45enne che gli aveva venduto dei mici. A lei erano arrivate anche le ricette per cucinarli.

Una sentenza ancora troppo leggera per una simile atrocità. Ma è già un primo passo avanti.

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Il Mattino