Mena, in montagna per salvare i cani: «Spaventati dai botti, rischiano il cuore»

Mena, in montagna per salvare i cani: «Spaventati dai botti, rischiano il cuore»
Per tanti rappresentano uno spettacolo irrinunciabile, non certo per gli animali. E non certo per Mena De Luca,una volontaria cinofila dell'associazione «Anima...

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Per tanti rappresentano uno spettacolo irrinunciabile, non certo per gli animali. E non certo per Mena De Luca,una volontaria cinofila dell'associazione «Anima Randagia», che si occupa dare in adozione i cani salvati dalla strada. Anche domani sera, come da anni ormai, Mena trascorrerà la mezzanotte insieme a Diamante, Tobia, Tippete, Clementina, i cani che porterà con sè in montagna, sul Fellino a Roccarainola. Lontano dai clamori, dai fuochi d'artificio, da quei botti che per i cosiddetti migliori amici dell'uomo sono motivo di terrore quando non un appuntamento con la morte. In particolare per quelli più sensibili, i più ansiosi, i malati di cuore. Non ci si pensa ma è proprio così, ci sono alcuni cani che soffrono di malattie cardiovascolari e i fuochi di fine anno per loro rappresentano un vero e proprio pericolo.


IL PANICO
Mena, che insieme a Rosa Cerrato gestisce l'associazione di volontariato per l'adozione dei cani, porterà con sé Diamante, uno splendido setter costretto a camminare su un carrellino a causa dell'amputazione delle zampe posteriori, «regalo» di un investimento. «Stare lontano dai boati rappresenta una tutela alternativa alla somministrazione di ansiolitici - dice Mena De Luca - purtroppo non sempre si possono somministrare medicinali ai cani e meno che mai per lunghi periodi. La cosa migliore è tenerli lontani da botti». Boati improvvisi, inaspettati quanto spaventosi, che scatenano il panico e causano il decesso di molti animali nel loro disperato tentativo di trovare un luogo in cui sentirsi sicuri. Ogni capodanno, purtroppo, è contraddistinto da un vero e proprio bollettino di guerra, che non sempre è possibile quantificare perchè spesso i proprietari non denunciano la fuga o il decesso del proprio cane. «Per questi animali i fuochi, le cipolle in particolare, rappresentano una sofferenza incredibile», dice Mena che allo scoccare della mezzanotte taglierà solo un panettone lontano dalla sua famiglia. Un sacrificio, il suo, soprattutto simbolico considerato l'alto numerop degli animali che, invece, saranno costretti subire questa «tortura» psicologica nelle case o nelle strade.

L'APPELLO

Un cane percepisce un rumore a una distanza 4 volte superiore rispetto agli esseri umani: «Per questo preferisco portare lontano quelli che sono più sensibili, come Diamante o Tobia che soffre di una malattia cardiovascolare», aggiunge Mena. Il suo consiglio suona più come una preghiera: «Non lasciate il vostro cane sul terrazzo o in giardino, legato o da solo, ma tenetelo al sicuro, tra le quattro mura domestiche. Anche se è abituato a stare all'esterno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino