Lupi sempre più numerosi e minacciosi. Occorre dunque pensare a uno strappo alla legge che li tutela dal 1997 e consentirne l'abbattimento. L'indicazione arriva da...
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Protestano gli animalisti. «Se anche un solo esemplare dovesse essere ucciso - fa sapere l'Enpa - il nostro ufficio legale è pronto a intervenire con esposti e denunce». La circolare del Viminale rileva che «di recente, in alcune aree del territorio nazionale», si è registrato «un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero».
Da qui «l'esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all'agricoltura e alla zootecnia». Il prefetto Piantedosi invita quindi a convocare «apposite sedute» del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per valutare «iniziative di prevenzione» come «il monitoraggio dei lupi e delle situazioni di conflitto, interventi di messa in sicurezza del bestiame e di dissuasione sui lupi particolarmente confidenti».
Ma se questi interventi si rivelassero «inadeguati ad assicurare la pubblica incolumità», si invita a considerare la richiesta di una deroga all'articolo 8 della legge 357 del 1997 che prevede il divieto di uccidere una serie dai animali selvatici, tra i quali appunto il lupo. Esulta il presidente leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. «È un forte passo avanti - commenta - perché si sancisce il tema della sicurezza e dell'ordine pubblico nella gestione dei lupi. Nelle prossime ore scriveremo al prefetto e chiederemo di applicare quella circolare per i casi pericolosi che ci sono in Trentino».
Di tutt'altro avviso l'Enpa. «I lupi - sostiene la presidente Carla Rocchi - non rappresentano emergenza di ordine pubblico: nel 2018, dice Eurac Reserach, in Trentino ci sono state 65 predazioni, con 76.500 euro di indennizzo.
Il Mattino