OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il giallo Abramovich irrompe in ogni contesto. Dal tema sanzioni agli oligarchi russi fino ai negoziati. I giri dei suoi yacht attraverso il mediterraneo, le ville e i beni a rischio e un ruolo da mediatore che sin dalle prime ore si è ritagliato. Un vecchio amico di Putin ma al fianco dell'Ucraina? Il magnate, proprietario del Chelsea (che ha messo in vendita) oggi è finito al centro della cronaca per un presunto avvelenamento, insieme a due negoziatori ucraini, subito dopo i colloqui tra Kiev e Mosca. E non solo per quello: un presunto biglietto portato a Putin con un messaggio da Zalensky rispedito al mittente.
Abramovich, il ruolo da mediatore
Secondo quanto ha scritto il Financial Times è stato il presidente russo in persona, Vladimir Putin, ad approvare il coinvolgimento di Roman Abramovich nei colloqui di pace tra Russia ed Ucraina. Il quotidiano britannico ha citato due persone a conoscenza della questione. Secondo il giornale, «la benedizione diretta di Putin» dimostrerebbe che Abramovich ha cercato l'approvazione al più alto livello per aiutare ad avviare i negoziati per il cessate il fuoco tra le due parti alla fine di febbraio e smentirebbe le affermazioni dell'oligarca russo che ha negato di avere uno stretto rapporto con Putin. Sempre stando al Ft, dopo aver ricevuto il via libera del Cremlino, Abramovich ha incontrato un alto funzionario dell'ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per aiutare a organizzare i colloqui. Funzionari occidentali informati sull'andamento dei negoziati, prosegue il giornale, hanno messo in dubbio che Abramovich abbia avuto un ruolo. Altri hanno suggerito che potrebbe aver cercato di sopravvalutare i suoi sforzi nel tentativo di evitare di diventare un bersaglio delle sanzioni occidentali e di perdere il controllo dei suoi asset nel Regno Unito, incluso il Chelsea. Abramovich in ogni caso è finito sotto sanzioni da parte dell'Ue e del governo britannico, mentre secondo il Wall Street Journal, Zelensky avrebbe chiesto agli Stati Uniti di non includere il miliardario nella propria lista nera proprio a causa del suo presunto ruolo di mediatore.
La sua presenza a Gomel
David Arakhamia, capo del partito di Zelensky in Parlamento e membro della delegazione ucraina, ha confermato di aver incontrato Abramovich a Gomel, in Bielorussia, quando si è svolto il primo round di colloqui. «Posso confermare che il signor Abramovich è fortemente coinvolto nei colloqui di pace», ha detto al Ft.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino