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Carolina Marconi ha da poco vinto una delle battaglie più dure della sua vita. La lotta contro il cancro al seno l'ha vinta lei. Lo scorso gennaio l'ex gieffina aveva terminato le sedute di chemioterapia e ora era pronta a ricominciare a vivere. Carolina aveva scoperto della malattia mentre si sottoponeva ai diversi esami richiesti per la fecondazione assistita, percorso che lei e il suo compagno, Alessandro Tulli, ex calciatore, avevano deciso di intraprendere non riuscendo ad avere un bambino per via naturale. Non ha mai rinunciato a quel sogno la showgirl e con il suo spirito da guerriera, finite le cure aveva detto: «Ora voglio godermi tutto» e a gran voce aveva gridato la sua voglia di maternità. «Nonostante la malattia io non rinuncio alla speranza di diventare madre. Io diventerò mamma perché me lo merito. Sarò madre in ogni modo, perché anche se non riuscissi a rimanere incinta, deciderò di adottarlo», aveva detto lo scorso ottobre, a Storie Italiane.
Carolina Marconi, negata l'adozione: lo sfogo sui social
E così ha deciso di fare. L'adozione era l'unica via per Carolina di avere un figlio, ma il desiderio non può essere realizzato. La battaglia contro il cancro è vinta, ma è entrata nei cavilli della burocrazia.
«Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo visto le tante difficoltà...
Il post
Carolina prosegue: «Ci sono paesi come la Francia, Olanda, Lussemburgo,Portogallo, Belgio che hanno aderito al riconoscimento del Diritto dell’oblio oncologico con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia. grazie alla sociazione Aiom lancia una campagna per richiedere all’ Italia per adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino oggi 24 mila .. Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge». È una guerriera Carolina Marconi lo ha dimostrato e anche stavolta non si ritirerà dalla guerra ma scenderà in campo per combattere la sua battaglia.
Carolina Marconi e il tumore al seno, i consigli del medico: «Fa bene a "socializzare" la malattia»
La burocrazia italiana
Nel Bel paese in realtà la diagnosi di tumore non è un requisito limite all'idoneità all'adozione, nonostante ciò la maggior parte dei Tribunali non riconosce l'idoneità alle coppie se non sono passati almeno 5 anni dalla scoperta del tumore di uno dei genitori.
L'adozione di un bambino dopo aver superato il cancro non è impossibile, a meno che la malattia non minacci ancora il genitore. Ma i cavilli burocratici sono talmente tanti che molte donne alla fine si arrendono. Ma Carolina no. Non si arrenderà e apre la sua raccolta firme.
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