Marcello Torre, il murales di Jorit a Pagani: «Ha pagato il suo impegno con la vita»

Marcello Torre, il murales di Jorit a Pagani: «Ha pagato il suo impegno con la vita»
Questa mattina, la vicepresidente della Fondazione Polis della Regione Campania Rosaria Manzo è intervenuta a Pagani all’inaugurazione del murale dedicato a Marcello...

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Questa mattina, la vicepresidente della Fondazione Polis della Regione Campania Rosaria Manzo è intervenuta a Pagani all’inaugurazione del murale dedicato a Marcello Torre, il sindaco ucciso dalla camorra l’11 dicembre 1980 per essersi opposto ai tentativi di infiltrazione dei clan negli appalti della ricostruzione post terremoto. 

Il murale è stato realizzato da Jorit alle spalle dell’Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Marcello Torre e dal presidio paganese di Libera intitolato ad Antonio Esposito Ferraioli. L’opera è stata voluta e finanziata dalla famiglia Torre, con il contributo della Fondazione Polis e con il patrocinio morale del Comune di Pagani e della Provincia di Salerno. 

«Negli ultimi 40 anni, la signora Lucia e Annamaria Torre hanno svolto uno straordinario lavoro, rendendo il loro dolore patrimonio collettivo», ha sottolineato Rosaria Manzo. «Annamaria, per me che sono stata più fortunata, è un vero esempio, la dimostrazione di come una figlia colpita da un’immane tragedia senta forte il valore della testimonianza fino a farlo diventare impegno concreto e fonte di conoscenza, soprattutto per chi in quegli anni terribili non era ancora nato», aggiunge la vicepresidente della Fondazione Polis, il cui papà rimase ferito il 23 dicembre 1984 in occasione della strage del treno Rapido 904.

«L’opera che inauguriamo oggi ha un significato profondo e la Fondazione Polis è stata ben lieta di sostenerla. Un murale dedicato a un politico dalle spiccate qualità morali, che ha pagato con la vita la sua ferrea volontà di opporsi alla camorra, non solo serve a ribadire che il sacrificio di Marcello Torre non va dimenticato ma anche e soprattutto ad affermare che è ancora possibile vivere in una Pagani libera e civile, quella che lo stesso Marcello sognava».

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Il Mattino