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Al voto il 25 settembre, tutt’al più il 2 ottobre. Con l'astensione di Forza Italia, Lega e M5S, dal voto di fiducia di ieri, si è consumato a Palazzo Madama lo strappo che condurrà inevitabilmente alla via delle urne.
Se è vero che non c'è stato tempo per "raddrizzare" il vecchio Rosatellum, la legge elettorale utilizzata nelle scorse elezioni, alcune nuove "regole del gioco" potrebbero riservare delle sorprese. E non solo per gli effetti del referendum che ha ridotto il numero degli scranni della Camera - scesi da 630 a 400 - e quelli di Palazzo Madama, passati da 315 a 200, con una drastica ridefinizione dei collegi elettorali. Ma anche per l’abbassamento dell’età minima al Senato, che permetterà anche ai dicioettenni di votare i nuovi componenti di Palazzo Madama.
A partire da queste considerazioni, YouTrend, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, ha condotto tre simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di alleanza tra i principali partiti. Nel Rosatellum, d'obbligo appare la scelta di coalizioni pre-elettorali, se si tiene a mente che nei collegi uninominali vanno presentati candidati unitari col supporto di tutta la coalizione.
Asse giallorosso e Centrodestra sovranista
Nel primo scenario, all'alleanza tra centrosinistra (Partito Democratico, Sinistra Italiana, Articolo 1-MDP, Europa Verde) e M5s si opporrebbe il neonato Centro largo (Azione, Italia Viva, +Europa, Coraggio Italia), nel quale troverebbe accoglienza anche Forza Italia. In pista per il primato elettorale, il centrodestra sovranista capitanato da Fratelli d'Italia e Lega. Secondo YouTrend - che nel computo dei collegi esclude quelli destinati alle Circoscrizioni Estero - in questa prospettiva tutte le coalizioni rischierebbero di non avere numeri sufficienti per governare in autonomia.
Nel dettaglio, i giallo-rossi si vedrebbero garantita, con 100 seggi, la maggioranza assoluta in Senato, ma alla Camera si fermerebbero alla maggioranza relativa con 194 seggi, a fronte di una soglia di maggioranza assoluta fissata a 197 su 392.
La coalizione Lega-FdI sarebbe premiata al nord riuscendo nella conquista della maggior parte dei collegi tra Lombardia e Veneto.
Il Centrodestra unito
Se FI decidesse di andare unito a FdI e Lega e il centro riformista (Azione, Italia Viva, +Europa) di correre da solo, rinunciando al supporto dei giallo-rossi, la coalizione di centrodestra risulterebbe favorita tanto alla Camera che al Senato. A Montecitorio, conquisterebbe 83 collegi su 147, contro i 62 dell’asse giallo-rosso. Al Senato, invece, il centrodestra sarebbe in vantaggio in 41 collegi su un totale di 74 uninominali in palio. All'asse Pd- M5s rimarrebbero le roccaforti di Emilia Romagna e Toscana, oltre agli uninominali della Sardegna e parte dei quelli della Campania. Anche in questo caso, infine, nessun collegio uninominale andrebbe allo schieramento centrista.
Il Campo largo a sinistra
Solo la via del campo largo a sinistra, con una maxi-coalizione capace di riunire al proprio interno oltre agli alleati dell'asse giallorosso anche le componenti riformiste (Azione, Italia Viva, +Europa), garantirebbe al centrosinistra la vittoria, con 210 seggi alla Camera e 107 al Sento. Il centrodestra unito (con l'aggiunta di Coraggio Italia) sarebbe favorito in quasi tutti i collegi del Nord e in buona parte di quelli della fascia centrale del Paese che va dal Lazio all’Abruzzo, mentre numerosi seggi del Sud, soprattutto tra Puglia e Sicilia, risulterebbero in bilico.
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Il Mattino