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La Lega rischia di andare in pezzi. Lo scontro tra l’ala sovranista e populista guidata (a giorni alterni) da Matteo Salvini (per provare a frenare la crescita di Giorgia Meloni) e incarnata da Alberto Bagnai e Claudio Borghi e l’ala governista legata ai ceti produttivi del Nord e soprattutto del Nord-Est, sta scuotendo dalle fondamenta il partito creato da Umberto Bossi. A innescare la battaglia è stato il nodo del Green pass: Salvini si era detto contrario, ma su pressione del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e dei governatori Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia) e Massimiliano Fedriga (Friuli) alla fine è passata la linea indicata da Mario Draghi: dal 15 ottobre Green pass esteso a tutti i lavoratori. Idraulici e Colf compresi.
Lega, Donato lascia: «Malessere per Draghi». Fedriga: «Non c'è spazio per i no vax»
Lega verso la resa dei conti
E’ di queste ore la notizia del primo addio, in dissenso da questa linea...governista. «Dopo una lunghissima e approfondita riflessione, sono giunta alla sofferta decisione di uscire dal partito nel quale sono stata eletta», ha annunciato l’europarlamentare Francesca Donato di fede No vax, «la mia scelta è maturata dopo mesi in cui i valori in cui credo fermamente, quelli dell’uguaglianza, della libertà individuale e della dignità umana, sono stati sempre più calpestati dai provvedimenti presi dal governo.
La replica di Salvini
La replica di Salvini è arrivata a stretto giro: «Non ho alcun timore per l’unità del partito. Chi va via lo ringrazio, lo saluto e tanti auguri». Pronta anche la risposta riguardo ai contrasti con Giorgetti: «Non commento le fantasie, commento la realtà e la realtà sono lo stop al rincaro delle bollette e delle tasse».
Si fa sentire anche Luca Zaia, da molti indicato come possibile leader alternativo: «La Lega è oggi un grande partito. E un grande partito è uno spaccato della società e non trovo quindi scandaloso che ci sia chi ha un’opinione diversa dalla mia. Non facciamo più le riunioni in una cabina telefonica, questo è un grande partito. Certo, che poi una sintesi va fatta». E il governatore veneto sulla europarlamentare Donato ha aggiunto: «Non so chi sia. Ma mi domando se sarebbe diventata parlamentare se non si fosse candidata con la Lega». Della serie: ingrata.
Le amministrative
Da capire come finirà. C’è chi scommette che dopo le elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, quando si voterà a Milano, Roma, Napoli, Bologna, Torino e in altre centinaia di Comuni, si andrà al redde rationem. Qualcuno dice che sarà Salvini a volere il congresso anticipato per riaffermare la propria leadership, qualcun’altro invece sostiene che sarà Salvini a subire il congresso. Tutto dipenderà da come finiranno le elezioni comunali e se il temuto sorpasso di FdI della Meloni sulla Lega sarà certificato. Nero su bianco.
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