Un servizio andato in onda nel telegiornale regionale della Rai dell'Emilia-Romagna sulla commemorazione della morte di Benito Mussolini, avvenuta a Predappio, paese natale...
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«Al Tgr Emilia Romagna - ha detto - è andato in onda un servizio che nulla ha a che vedere con l'informazione e molto con quella che è apparsa come una vera e propria apologia del fascismo. Due minuti di interviste e immagini, con tanto di saluti romani, sulla manifestazione fascista di Predappio per l'anniversario della morte di Mussolini. Chi ha deciso di mettere in onda quel servizio? Chi non ha controllato?». Casarin a breve invierà a Salini una relazione sull'accaduto. Una volta che l'azienda avrà una ricostruzione dei fatti deciderà come comportarsi.
Del caso si occuperà anche il presidente della Vigilanza Rai Alberto Barachini (FI), secondo il quale «il diritto di cronaca, pluralismo e libertà che devono caratterizzare il servizio pubblico non si possono tradurre in maldestri tentativi di diffondere un racconto nostalgico del periodo fascista». A Predappio, paese sulla collina forlivese dove è nato e dove è sepolto Benito Mussolini non sono rari, da decenni, i raduni dei nostalgici che si ritrovano soprattutto in occasione degli anniversari della marcia su Roma e della morte del duce. Raduni che hanno spesso suscitato polemica, come avvenne, ad esempio, nell'ottobre dello scorso anno quando una militante indossò una maglietta con la scritta 'Auschwitzland', per deridere le vittime dei campi di sterminio. Il 'turismo in camicia nerà è un tema che da sempre fa discutere nel paese, fra l'indignazione antifascista e le opportunità commerciali: vi si trovano, infatti, anche due negozi di souvenir fascisti.
Un frame del servizio
Le modalità scelte per la copertura dell'evento non hanno tuttavia mancato di suscitare un dibattito. Il cdr del Tg regionale dell'Emilia-Romagna si è dissociato dal pezzo. «Non è ammissibile - ha scritto il comitato di redazione in una nota, che è stata letta anche durante il telegiornale - qualunque servizio che esca dalla cornice della Costituzione o una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo». Il cdr precisa inoltre che «la messa in onda dei servizi è stata decisa dal caporedattore». Di diverso parere il direttore del Tg La7 Enrico Mentana. «Credo - ha scritto su Facebook - che un reportage, anche breve, debba documentare quel che sta avvenendo, senza il dovere di interventi riequilibratori (che nel caso avrebbero avuto ancor meno senso)». Al di là del dibattito sull'opportunità e le modalità di coprire storie di questo tipo, la decisione su eventuali provvedimenti nei confronti di Casarin, del caporedattore della Rai di Bologna Antonio Farné e dell'autore del servizio Paolo Pini è, a questo punto, in capo all'ad Salini.
A sollecitare il suo intervento sono anche i consiglieri di amministrazione Rita Borioni e Riccardo Laganà.
Il Mattino