A colpi di karate rapinavano i ragazzi all'uscita delle discoteche. Accadeva da mesi, nella movida di Testaccio, dove cresce l'allarme bande: l'ultimo episodio ieri...
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I Carabinieri della Stazione Roma Aventino hanno fermato il "karateka" e tentato di bloccare la banda, composta da egiziani, ma i per nulla intimoriti hanno affrontato anche i militari, in particolare, sempre lui, il “karateka” ha cominciato ad esibire le sue arti marziali e dopo una violenta colluttazione è stato immobilizzato insieme agli altri due complici. Il ragazzo e la ragazza aggrediti, sono stati accompagnati al più vicino pronto soccorso della Capitale dove sono stati medicati e dimessi con ferite giudicate guaribili in 5 giorni. I tre egiziani, poco più che 18enni, accusati di rapina aggravata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, sono stati giudicati con rito direttissimo e successivamente condotti nel carcere di Regina Coeli.
I carabinieri hanno appurato che i tre extracomunitari all’uscita delle discoteche di Testaccio individuavano le loro vittime e, complice il buio, le accerchiavano intimandogli di consegnare soldi e telefoni cellulari. La maggior parte, provava a ribellarsi ma finiva ko, picchiata dai rapinatori, in particolare con colpi di karate al volto e alla pancia. A quel punto entravano in scena gli altri due complici che depredavano le vittime di tutti i loro averi, poi tutti e tre si davano alla fuga a piedi facendo perdere le proprie tracce tra le oscure vie del quartiere.
Un fenomeno non isolato. Bande di malviventi - in base alle denuncie raccolte dai carabinieri - si aggirano la notte nella zona aspettano con un pretesto di rapinare i frequentatori dei molti locali di via Monte Testaccio e via Zabaglia. In particolare, altre vittime hanno raccontato di esser state "sgabettate" e una volta a a terra colpite e rapinate; altri sono stati presi per il collo, derubati, i complici pronti a scappare, l'altro ancora a colpire. I militari stanno verificando se i tre egiziani siano stati coinvolti in altri episodi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino