CITTA' DEL VATICANO – Protestano i cattolici pro life davanti alla decisione presa da Google, Youtube e Facebook in Irlanda, dove il 25 maggio si terrà il...
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Il governo dell’Irlanda ha fissato il referendum per chiedere ai cittadini se abrogare o meno l’ottavo emendamento della Costituzione, che equipara il «diritto alla vita del nascituro» al «diritto alla vita della madre» rendendo di fatto illegale l’aborto in quasi tutte le circostanze. Nel paese l’interruzione di gravidanza non è consentita in caso di stupro o incesto e nemmeno quando c’è un’anomalia fetale. Il divieto è stato istituito per legge nel 1983 e fino al 2013, quando è stato reso possibile nei casi dove fosse a rischio la vita della donna, era totale. Le donne che abortiscono illegalmente rischiano fino a 14 anni di carcere, anche se non vengono puniti gli aborti eseguiti all’estero e migliaia di donne ogni anno ricorrono a questa soluzione per aggirare il divieto, viaggiando prevalentemente nel Regno Unito. Secondo i dati del ministero della Salute britannico sono state 165.438 tra il 1980 e il 2015. Nel 2016, secondo le statistiche del ministero della Sanità del Regno Unito, sono 3265 le donne residenti in Irlanda che hanno cercato aiuto in Inghilterra e in Galles.
I vescovi irlandesi hanno promosso una campagna pro life. «Invitiamo le persone di fede a pregare con forza perché l’Irlanda ‘scelga la vita’ e perché la vita di tutte le donne e dei loro bambini non ancora nati sia sempre amata, apprezzata, accolta e rispettata in questo Paese».
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Il Mattino