Abramovich guida il riscatto dei super ricchi oligarchi russi: ora chiedono all'Ue la revoca delle sanzioni (e un risarcimento)

Abramovich guida il riscatto dei super ricchi oligarchi russi: ora chiedono all'Ue la revoca delle sanzioni (e un risarcimento)
Gli oligarchi non ci stanno più e ora che le attenzioni sui maxi-ricchi russi non sono più così alte come all'inizio della guerra, stanno cercando di...

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Gli oligarchi non ci stanno più e ora che le attenzioni sui maxi-ricchi russi non sono più così alte come all'inizio della guerra, stanno cercando di annullare tutta una serie di sanzioni che l'Unione Europea ha messo in atto contro di loro. La motivazione che cercheranno di dare in tribunale - spiega il Wall Street Journal - è che siano stati violati i loro diritti con la messa in atto delle misure. 

Gli Stati Uniti, l'Ue e la Gran Bretagna hanno guidato l'Occidente nel sanzionare decine di oligarchi sulla scia dell'invasione russa dell'Ucraina. In quella rete sono finite dozzine di uomini d'affari miliardari che secondo i governi occidentali hanno stretti legami con il Cremlino e sono, quindi, complici del conflitto. Nella maggior parte dei casi, le sanzioni contro gli individui hanno portato a divieti di spostamenti e congelamento di beni, inclusi yacht, jet privati, ville e conti bancari per un valore di miliardi di dollari.

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Chi ha preso le distanze da Putin e chi cerca una rivalsa

Diversi oligarchi hanno preso in realtà preso le distanze dal presidente russo Vladimir Putin dopo l'invasione. Alcuni si sono anche trasferiti per proteggere i propri beni dai blocchi, in alcuni casi trasferendo la proprietà a soci o familiari. Ora, una manciata di loro sta cercando di rimuovere le restrizioni nei loro confronti dall'interno del sistema legale dell'UE. 

Gli oligarchi che più di tutti si sono mossi a livello legale sono Roman Abramovich, costretto a vendere il Chelsea all'inizio di quest'anno; Alisher Usmanov, magnate dei metalli e delle miniere; Mikhail Fridman e Petr Aven, partner di lunga data che guidavano una delle più grandi banche private russe, hanno tutti intentato cause separate presso il Tribunale dell'UE. Chiedono di annullare le sanzioni, sostenendo che i loro diritti sono stati violati e negando le accuse dei governi occidentali di stretti legami con il Cremlino.

 

 

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Il Mattino