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Un biglietto scritto a mano e consegnato in prima persona da Roman Abramovich a Vladimir Putin. Il viaggio a Mosca dell'oligarca russo proprietario del Chelsea ha avuto uno scopo: consegnare un messaggio di Zelensky allo Zar. Un ulteriore tentativo di mediazione, ruolo che il magnate ha assunto sin dall'inizio dei negoziati con l'ok di entrambe le parti. Ma cosa c'era scritto su quel foglio di carta? Secondo il Times il presidente ucraino avrebbe inviato le sue proposte di accordo di pace, ma da parte di Putin la risposta è stata secca: «Digli che li spazzerò via».
Abramovich e il ritorno a Kiev
Nelle scorse settimane Abramovich ha viaggiato tra Istanbul, Mosca e Kiev. Dopo l'incontro con Putin il 55enne è poi tornato a Istanbul e si è unito al politico ucraino Rustem Umerov, che si ritiene agisca come negoziatore di Kiev. I due si sono incontrati in un hotel a cinque stelle nella capitale turca di Ankara. I colloqui sembrano fare qualche progresso, anche se non è chiaro quanto sia stato influente Abramovich nei negoziati. L'oligarca ha cercato di salvare ciò che resta della sua reputazione, che è stata lasciata a brandelli dopo che il governo britannico lo ha colpito con pesanti sanzioni per i suoi presunti legami con Putin. Abramovich ha sempre negato uno stretto rapporto con il presidente russo.
Il ruolo di Abramovich nei negoziati
Da settimane si parla di Abramovich come di un possibile «facilitatore» dei negoziati di pace tra Mosca e Kiev.
Le sanzioni
All'inizio di marzo i funzionari del Dipartimento del Tesoro americano avevano messo a punto una bozza di sanzioni per punire Abramovich in seguito all'attacco della Russia all'Ucraina. Al momento di annunciarle, però, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha detto al Tesoro di attendere. Dietro la richiesta c'era il consiglio di Zelensky a Biden di congelare le misure. In effetti il miliardario ebreo è stato l'unico tra i grandi oligarchi ad aver pubblicamente detto di voler tentare di premere su Mosca per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Già lo scorso 28 febbraio Roman Abramovich, su richiesta dell'Ucraina, è stato avvistato in Bielorussia per assistere al primo round di negoziati, sebbene non sia mai comparso nelle foto che ritraevano le delegazioni. Adesso però Abramovich sembra scomparso dai radar e i suoi diversi interessi e passaporti gli permettono una certa libertà di movimento.
L'ultimo avvistamento certo del magnate è stato all'aeroporto di Tel Aviv ( Abramovich ha un passaporto israeliano) dove avrebbe preso un volo, ovviamente privato, per Mosca. Ben di più si sa dei suoi interessi e dei suoi yacht. Dopo il congelamento dei beni da parte del governo inglese, l'oligarca ha deciso di portare via dall'Europa le sue lussuosissime imbarcazioni, veri e propri gioielli di ingegneria nautica. La più nota è l'Eclipse, che è stata avvistata nel porto turco di Marmaris. L'altro suo yacht, il My Solaris, invece, si trova a Bodrum, altra località turca non così lontana dalla precedente. La scelta della Turchia come porto sicuro si spiega con la non adesione del Paese di Erdogan alla linea sanzionatoria europea promossa contro Putin, anche perché impegnato in prima fila nelle mediazione. La linea morbida di Erdogan permette inoltre capacità di movimento ad Abramovich: secondo il portale turco 'Fanatic', il clan dell'imprenditore russo avrebbe iniziato le trattative per l'acquisizione del club turco del G”ztepe, dopo aver perso per il momento il Chelsea.
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Il Mattino