«Le parole sono importanti» tuonava Michele Apicella, come sempre alter ego di Nanni Moretti, questa volta in "Palombella rossa", contro una...
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L'articolo è pubblicato sul sito internet della secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire la lingua italiana, in risposta ad alcuni lettori che hanno chiesto se sia opportuno usare, come ormai è in voga da tempo, il termine governatore riferito ai presidenti delle regioni. «Come il premier inglese non è previsto, né nel nome né nei poteri e ruoli, dalla nostra Costituzione, così i governatori non hanno posto nel nostro ordinamento - spiega Vittorio Coletti, professore di storia della lingua italiana dell'Università di Genova - In Italia, l'unico a potersi fregiare di questo titolo è, appunto, il governatore della Banca d'Italia, come ha ricordato Antonio Patuelli (presidente di Abi, ndr). Con questo nome designano il loro massimo dirigente anche altre banche nazionali e gli inglesi lo usano pure per membri di qualche consiglio di amministrazione». Forse per il fatto che le regioni hanno potere legislativo le accomuna a piccoli stati. «Basta dare un'occhiata a Wikipedia per controllare dove è in uso il corrispondente del nostro governatore e si fa presto a vedere che, in campo politico-istituzionale, questo titolo designa quasi sempre il capo di governo di uno stato inserito in una federazione, come negli Usa», osserva Coletti, che stigmatizza «l'improprietà istituzionale del nome frutto dell'americomania dei nostri media».
Ma c'è dell'altro, un'aspirazione politica istituzionale che non sfugge ai linguisti.
Il Mattino