Addio a Mario e Graziella «Nizza, barbaro trapasso»

Addio a Mario e Graziella «Nizza, barbaro trapasso»
MILANO - Si leva un applauso in chiesa quando la figlia di Mario Casati, 90 anni, una delle vittime italiane a Nizza, dice di aver pregato per l'autore della strage, nel luogo...

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MILANO - Si leva un applauso in chiesa quando la figlia di Mario Casati, 90 anni, una delle vittime italiane a Nizza, dice di aver pregato per l'autore della strage, nel luogo dove è morto e dove molti altri «andavano a sputare». «Io ho pregato per l'anima di quest'uomo perché voglio che sia la misericordia a vincere», afferma commossa Ilde. Saluta così suo padre, il cui funerale è stato celebrato in mattinata, poche ore prima quello dell'amica Maria Grazia Ascoli, 77 anni, che era con lui a Nizza.


«Un barbaro trapasso», lo definisce l'arcivescovo Angelo Scola che invia un messaggio. Un addio commosso e composto quello che la città ha riservato alle due vittime milanesi. Sugli altari di entrambe le chiese, dietro le bare avvolte nel tricolore, i gonfaloni listati a lutto di Regione, Città metropolitana e Comune e le composizioni di fiori delle autorità, anche da parte della Repubblica francese. Il primo funerale è stato quello di Casati, nella parrocchia dei santissimi Nabore e Felice. Tra i presenti in chiesa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala. All'uscita il primo cittadino ha risposto ai giornalisti che la situazione «non è facile, pur in una relativa tranquillità la tensione è alta».

Monsignor Carlo Faccendini, Vicario Episcopale del cardinale, presiede il rito e legge il messaggio di Scola. «Il momento grave che stiamo vivendo anche in Europa chiede a ciascuno una invocazione e una preghiera speciale allo Spirito di Gesù risorto - ha scritto l'arcivescovo - perché risvegli la nostra fede troppo assopita e ci renda attivi costruttori di una civiltà degna della nostra storia e soprattutto capace di prospettiva, di ridarci una speranza affidabile». Nel pomeriggio l'addio a Maria Grazia, chiamata Graziella, nella parrocchia Mater Amabilis. «Era un'amante della vita», dice il fratello, Francesco, aspettando l'arrivo della bara, coperta da fiori rosa. Durante il rito funebre è stato letto anche un passo de “Il piccolo principe”, un libro dal lei molto amato, e ripetuto il messaggio di Scola. Presenti il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, il console generale della Francia Olivier Brochet, presente anche a quello di Casati, e il consigliere comunale Sumaya Abdel Qader. Quest'ultima fuori dalla chiesa con i cronisti ha parlato del «coraggio di vedere un orizzonte comune, musulmani e non musulmani».


In Piemonte a Piasco (Cuneo), nel pomeriggio l'ultimo saluto in forma privata anche per un'altra vittima della strage, Carla Gaveglio, casalinga di 48 anni. In chiesa le delegazioni della Croce Rossa e dell'Aido, le due associazioni di cui la donna era volontaria. Il vescovo di Saluzzo, Giuseppe Guerrini, il parroco, don Franco, e tanta folla commossa si sono stretti attorno al vedovo, Pietro Massardi, e al figlio della vittima, Mattia. Non c'era l'altra figlia, Matilde, 14 anni, rimasta ferita nell'attentato sulla Promenade des Anglais. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino