Afghanistan, gli Usa di Biden in ritirata dopo venti 20 anni, duemila miliardi di dollari e 170mila morti

Afghanistan, gli Usa di Biden in ritirata dopo venti 20 anni, duemila miliardi di dollari e 170mila morti
Un disastro. Una ritirata, una sconfitta, un’umiliazione. E non lo dice chi scrive, ma lo dicono i numeri, e a chiare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un disastro.
Una ritirata, una sconfitta, un’umiliazione.

E non lo dice chi scrive, ma lo dicono i numeri, e a chiare lettere: 2mila miliardi di dollari e 170mila morti. Per gli Stati Uniti di Joe Biden, vent’anni buttati.

Il giochetto di dare la colpa al predecessore non tiene, per quanto sia Donald Trump che Barack Obama di responsabilità ne hanno, eccome. Entrambi hanno voluto l’America fuori dall’Afghanistan ed entrambi non hanno saputo fare altro che rimandare. Biden l’ha fatto per davvero, ma peggio di così, forse, nessuno mai.

Un mix devastante di improvvisazione e fretta, con il ventesimo anniversario del crollo delle Torri Gemelle oramai a un passo e dunque con la smania di chiudere una partita che passa alla Storia, però, come una delle peggiori disfatte di tutti i tempi.

Immagini che sanno di imbarazzo e ragioni che, a dieci anni dall’uccisione di Osama Bin Laden, appaiono quanto meno irragionevoli. Tanto per essere rimasti dieci anni ancora, quanto per essere usciti di scena così, nell’imbarazzo proprio e del mondo intero appunto.

E questo senza contare l’effetto domino sullo scacchiere internazionale.
Perché la questione non finisce all’orgoglio a stelle e strisce, ammesso e non concesso che mentre i talebani fanno festa di quello stesso orgoglio sia rimasto qualcosa intatto e non in brandelli. Ma viceversa lì comincia “soltanto”: con il ghigno di Cina e Russia, e in particolare di Xi Jinping e di Vladimir Putin, quasi divertite dallo scempio americano.

In termini di analisi, difficile calcolare le conseguenze estetico-geopolitiche per chi per decenni, sin da prima della fine della Guerra Fredda, ha ostentato il piglio dell’indiscussa super potenza mondiale.
Oggi discussa e discutibile, invece.
Perché a prescindere dagli schieramenti politici, e persino a prescindere dai vari Biden, Trump e Obama, non si trovano ragioni né giustificazioni.
Né ancora, soprattutto, nessuno tra Pechino e Mosca potrebbe mai avere paura di questa America qui.

Così confusa, così improvvisata, così sconfitta.
Così umiliata.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino