Agugliano, Sara non ce l'ha fatta. I suoi organi salveranno altre vite

La ricercatrice di Agugliano Sara iommi
AGUGLIANO - Ha dedicato la sua esistenza al prossimo, ai bambini, agli oppressi, ai più sfortunati. E con un ultimo, grande gesto di generosità ha donato i...

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AGUGLIANO - Ha dedicato la sua esistenza al prossimo, ai bambini, agli oppressi, ai più sfortunati. E con un ultimo, grande gesto di generosità ha donato i propri organi, con cui salverà diverse vite. Non ce l'ha fatta Sara Iommi. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente nella notte tra giovedì e venerdì scorsi sull'A1, all'altezza di Fontanellato, dove con una Fiat Panda, regalo dell'amato nonno, si è schiantata contro un tir. La ricercatrice di Agugliano si è arresa ieri a 33 anni, dopo 6 giorni di agonia, nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Parma, sua città d'adozione. Disperati il fratello Thomas, il papà Silvio, medico di base, e la mamma Franca Bassani, assessore e vicesindaco di Agugliano. Sono stati i genitori a dare l'autorizzazione al prelievo degli organi, avvenuto ieri sera, sicuri di rispettare la volontà della figlia. «Abbiamo sperato fino all'ultimo, ma Sara non ce l'ha fatta» hanno confidato agli amici. 

Una vita per gli altri
Sara era un'anima buona, una ragazza colta e intelligente, sorridente, impegnata nel sociale e in politica. Scrittrice, educatrice e studentessa modello, laureata al Dams, si era specializzata in Cinema. Poi il dottorato a Parma, dove insegnava come assistente alla facoltà di Lettere e Filosofia. Sognava di trasferirsi negli States, dove un'università le aveva offerto un contratto per il 2017, anche se era titubante perché innamorata dell'Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino