Tartarughe prigioniere dei sacchetti, balene senza vita con lo stomaco pieno di microplastiche. Sono alcune delle immagini che ricordano drammaticamente il problema...
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Secondo studi ENEA, entro il 2050 il rischio è che nei mari ci siano più plastiche che pesci. Prodotti di degradazione delle plastiche sono stati ritrovati anche nel fegato delle spigole e nello stomaco dei pescespada, le microplastiche sono presenti addirittura nel sale da cucina. Un rapporto recente della World Bank stima che nei prossimi 30 anni i rifiuti in plastica aumenteranno del 70%. La "Osaka Blue Ocean Vision" è stata accolta con favore da organizzazioni come il WWF, che ha sottolineato l'importanza di ridurre a zero la dispersione della plastica nei mari come unica misura utile a combattere la crisi ambientale in corso. Il consenso dei rappresentanti dei G20 per il WWF è un primo importante passo, ma ci sarebbe bisgno di azioni immediate e concrete per porre traguardi raggiugibili entro il termine più vicino del 2030. Il WWF propone di aprire i negoziati per un nuovo trattato sull'inquinamento dei mari.
Il Giappone per la prima volta ha assunto la presidenza del G20 e la produzione nazionale giapponese di rifiuti in plastica è diventata un argomento comune sulla stampa internazionale prima dell'apertura dei lavori del summit di Osaka. Gli Stati Uniti hanno il triste merito di primo Paese prroduttore di rifiuti in plastica, ma il Giappone, dove si impacchettano anche le singole verdure, viene subito dopo. Washington e Tokyo si sono rifiutate di firmare il documento "Ocean Plastics Charter" durante l'ultimo G7, documento che le avrebbe impegnate a riutilizzare e a riciclare tutta la plastica entro il 2030, come riferisce DW. Quasi 60,000 dei 12.7 milioni di tonnellate di plastiche disperse in mare ogni anno arriverebbero dal Giappone, riporta il Washington Post. Il governo giapponese starebbe tuttavia correndo ai ripari per potenziare i sistemi di riciclaggio. Alcuni governi locali si organizzano e sono in grado di fare di più. il villaggio di Kamikatsu, ad esempio, dove esistono 45 categorie di separazione dei rifiuti, sta per diventare la prima comunità completamente "Plastic Free" del Giappone.
Il Mattino