Alberto Genovese resta in carcere, giudici sorveglianza respingono richiesta affidamento in comunità

L'ex imprenditore è condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle

Alberto Genovese resta in carcere, giudici sorveglianza respingono richiesta affidamento in comunità
Alberto Genovese resta in carcere. Il collegio del tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso che l'ex imprenditore noto nel campo delle startup, condannato a 6 anni,...

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Alberto Genovese resta in carcere. Il collegio del tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso che l'ex imprenditore noto nel campo delle startup, condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle, dovrà restare nel penitenziario di Bollate.

Alberto Genovese (per ora) resta in carcere: i giudici chiedono una perizia psichiatrica

Alberto Genovese resta in carcere

I giudici hanno rigettato la richiesta della difesa, rappresentata dagli avvocati Antonella Calcaterra, Salvatore Scuto e Davide Ferrari, di poter essere curato in una struttura terapeutica, riprendendo quel percorso di recupero interrotto con il ritorno dietro le sbarre avvenuto il 13 febbraio scorso per scontare la pena definitiva di 6 anni, 11 mesi e 10 giorni inflitta per due casi di violenza sessuale.

La decisione della Sorveglianza arriva dopo la valutazione psichiatrica disposta per valutare la criminogenesi, ossia l'insieme delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre una persona a compiere atti antisociali. Genovese, che deve scontare una pena residua inferiore a 4 anni, nelle prossime settimane dovrà affrontare una nuova udienza preliminare per un altro filone di indagine per violenze sessuali.

La reclusione

Genovese, era stato a San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Era tornato in carcere lo scorso febbraio per l'esecuzione della pena definitiva, che gli era stata ridotta perché aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato, sulla base delle nuove norme della riforma Cartabia.

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Il Mattino