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Le indagini per l'omicidio di Alice Neri continuano senza sosta. Il colpevole della morte della giovane mamma morta carbonizzata all'interno della sua auto nelle campagne di Concordia, in provincia di Modena, non ha ancora un volto. E nella giornata di giovedì 5 gennaio si è svolto l'interrogatorio davanti al Gip di Mohamed Gaaloul, uno degli indagati per la morte della 32enne.
Il 29enne tunisino, tornato in Italia nei giorni scorsi dopo essere stato arrestato in Francia, Paese in cui si è era recato subito dopo il delitto, si è però difeso da qualsiasi accusa. «Non sono scappato dall’Italia: sono andato in Francia a lavorare come imbianchino poiché mi avevano offerto un’opportunità. La polizia mi ha pure fermato e controllato alla frontiera e ho fornito i miei documenti senza alcun problema. Ho vissuto tra la Germania e la Francia spostandomi per questioni di lavoro tant’è che il mio cellulare è rimasto in Germania», ha raccontato al Gip il giovane.
Gaaloul, in sostanza, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, alla presenza del proprio legale di fiducia, ribadendo in pochi minuti di non essere sfuggito alla cattura, e quindi di essere estraneo ai fatti, fornendo addirittura il nome dell'azienda per la quale avrebbe svolto i lavori di imbianchino in Francia e sottolineando di non essere in possesso del cellulare in quanto rimato in Germania, dove tornava la sera per dormire.
Maggiori dettagli potrebbero arrivare con l'analisi dei dati del suo cellulare, una volta sequestrato. Anche perché contro di lui, come ha dichiarato la stessa Procura, ci sarebbero «prove pesantissime». Secondo una prima ricostruzione, infatti, Mohamed Gaaloul sarebbe stato l'ultima persona a vedere Alice Neri viva la notte del 18 novembre, quando è scomparsa.
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