Clinica Mediterranea di Napoli, primo intervento di chirurgia robotica

Clinica Mediterranea di Napoli, primo intervento di chirurgia robotica
Alla Mediterranea, il futuro è ora, con la prima operazione di chirurgia robotica in protesi articolare al ginocchio, eseguita mercoledì, su una signora di 81 anni....

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Alla Mediterranea, il futuro è ora, con la prima operazione di chirurgia robotica in protesi articolare al ginocchio, eseguita mercoledì, su una signora di 81 anni. La nuova “collega”, entrata a far parte dell’equipe del dottor Giuseppe Santoro, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia della Clinica, si chiama Rosa Knee ed è un robot di ultimissima generazione, che si differenzia da tutti gli altri sistemi computerizzati, partecipando attivamente alle procedure. Tanto, da poter essere considerato un tecnico in più in sala operatoria. Preciso ed unico, il robot targato Zimmer Biomet, leader mondiale del settore, grazie all’ausilio di una fotocamera e di localizzatori ottici posizionati sulla gamba del paziente, costruisce un modello anatomico tridimensionale, in grado di inquadrare in modo esatto la posizione del ginocchio nello spazio. Il dispositivo è costituito da due unità, posizionate rispettivamente su ciascun lato del tavolo operatorio: un’unità costituita da un braccio robotico compatto e un touchscreen e un’unità ottica e un touchscreen.

Al momento dell’intervento e, in base al piano chirurgico, il sistema assiste il chirurgo nelle seguenti attività: identificazione degli assi di allineamento di riferimento in base ai punti di repere anatomici; pianificazione del sito degli impianti protesici in base a tali assi di allineamento e alla geometria dell'impianto ortopedico; supporto nel bilanciamento dell’articolazione; posizionamento preciso della guida di taglio rispetto al sito di impianto ortopedico pianificato mediante l’utilizzo di un braccio robotico.

«La chirurgia ortopedica negli anni ha fatto passi da gigante. - afferma il dottor Santoro - Quando poi parliamo di chirurgia robotica, ci si rende conto che il futuro è ora. Grazie all’ausilio di apparecchi del genere, il lavoro del chirurgo in termine di ottimale posizionamento di alcune protesi e, quindi, dei risultati clinici per la successiva performance del ginocchio, sono strabilianti. Dove l’occhio umano non può arrivare, il robot può. Infatti, nel corso dell’intervento funge da guida, accrescendo  il controllo delle variabili e conducendo la procedura verso il miglior standard possibile». Ad operare, insieme al dottor  Giuseppe Santoro i dottori Francesco Aquino Massimiliano Amato, Roberto De Filippis e Raffaele Verrazzo. 

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Il Mattino