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C'è un anticorpo che può rallentare l'Alzheimer. Ed è una cura che dovrebbe essere in grado almeno di ritardare gli effetti della malattia. Sarà illustrata durante l'11/ma edizione del Convegno nazionale sui centri diurni Alzheimer al Teatro Verdi di Montecatini Terme.
«La cura - spiega il professor Giulio Masotti, presidente onorario della Società italiana di gerontologia e geriatria - riguarda un farmaco di recente introduzione in grado di rimuovere a livello del sistema nervoso centrale i depositi di amiloide, una sostanza coinvolta nel processo che porta alla distruzione di parti del cervello ed è alla base della malattia di Alzheimer».
«Si tratta dell'Aducanumab - spiega ancora il professor Masotti -, un anticorpo che riesce a rimuovere completamente i depositi della proteina amiloide dal cervello. Quindi ci attendiamo, rispetto ai farmaci precedenti, che avevano lo stesso obiettivo, ma un'efficacia nettamente più bassa, di vedere finalmente qualche risultato dal punto di vista dello stato generale del paziente e in particolare per quanto riguarda il deterioramento cognitivo».
Rinviato nel 2020 a causa della pandemia, il convegno si avvale ancora una volta delle competenze scientifiche della cattedra di geriatria dell'Università di Firenze e del sostegno della Fondazione Caript. «Per noi - sottolinea Lorenzo Zogheri, presidente della Fondazione Caript - questo convegno rappresenta un pò un fiore all'occhiello perché siamo passati dai 150 convegnisti della prima edizione agli oltre 600 di quella pre-covid. È importante perché consente di approfondire tematiche sulle nuove cure e tecniche di assistenza, che sono importanti per il futuro, anche alla luce degli sviluppi in materia di Rsa e di centri di assistenza Alzheimer previsti nel Pnrr».
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Il Mattino