Ama, furti di gasolio, il netturbino incastrato dalle telecamere: «Io ladro? Qui lo fanno in tanti»

Ama, furti di gasolio, il netturbino incastrato dalle telecamere: «Io ladro? Qui lo fanno in tanti»
«Nelle taniche che ci mettevo? Il vino? Esatto, quello, bravo, il vino». È l’unica battuta di una telefonata un po’ surreale e un po’ mesta...

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«Nelle taniche che ci mettevo? Il vino? Esatto, quello, bravo, il vino». È l’unica battuta di una telefonata un po’ surreale e un po’ mesta con M. I., il netturbino paparazzato dai detective privati di Ama nel bel mezzo di un furto di carburante nella rimessa del Salario.

Rischia il posto, ovviamente: le immagini, pubblicate ieri dal Messaggero, lo ritraggono mentre accosta il camion in uno spiazzo poco illuminato del deposito, poi prende le taniche nascoste dietro a un cespuglio, versa dentro il gasolio rubato e carica il bottino sulla sua auto privata, un’utilitaria bianca che forse un complice ha fatto entrare dal cancello. Tutto durante l’orario di lavoro, ça va sans dire.

All’inizio, grande classico, nega tutto: «Di che foto parlate? Io un ladro? Non so niente, nessuno mi ha detto nulla. Pensi, ora sto in vacanza, rientro al lavoro martedì, quindi fino a quel momento non so che dire».

In realtà l’azienda già ieri lo ha sospeso, del resto le foto degli investigatori non lasciano proprio nulla all’immaginazione. Meglio di un film. E il processo interno corre veloce verso il licenziamento. C’è anche uno scatto che riprende l’auto, targa inclusa. Chiediamo: è la sua? O qualcuno gliel’ha rubata e si è travestito da spazzino per incastrarla? «Ma sì, l’auto è la mia, non me l’ha fregata nessuno».

Le taniche le ha riempite? «Sì». E di cosa, di vino? «Esatto, di vino». Pausa. «Dai, per piacere su, così perdo il posto di lavoro». 

Se lo perde, viene da obbiettare, è perché si è messo a trafugare gasolio da un deposito aziendale, carburante peraltro pagato dai contribuenti romani, con i soldi della Tari, che dovrebbe servire a far marciare i mezzi della raccolta e non a rimpolpare la busta paga dei netturbini, con extra clandestini.

«Lo capisco, ma non mi viene molto da discutere in questo momento». Poi però, forse per attenuare la colpa, rispolvera un ever green di chi è colto in castagna: il “così fan tutti”, o quasi. «Anche altri hanno rubato? Lo so, ho sentito che hanno anche arrestato qualcuno. Però ora non so nulla di quello che contestano a me». Le foto le avrà viste...

«Sì, le ho viste». E come si difende? «Eh, c’è poco da difendersi, mi sembra tutto abbastanza eloquente. Cos’altro dovrei dire a questo punto?». Per esempio: le rivendeva poi, le taniche? Aveva problemi di soldi? «Ma che importanza ha? Purtroppo uno a volte non pensa che queste siano cose serie. Ma mi tolga una curiosità: voi come avete avuto quegli scatti? Qualcuno dell’azienda? O è stato uno spione?». 

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Il Mattino