PERUGIA - Non poteva essere diversamente. Il ritorno di Amanda Konx in Italia fa molto parlare e scatena sentimenti contrastanti. Soprattutto a Perugia, dove l'assassinio di...
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«Metterei una pietra sopra quella vicenda. Io fossi in lei starei in silenzio, anche per rispetto di Meredith e dei suoi familiari. Le auguro di non sollevare troppo scalpore e non sfruttare la vicenda a livello economico e mediatico». Lo dice all'Adnkronos Claudio Pratillo Hellmann, che da presidente della Corte d'assise d'appello di Perugia assolse Amanda Knox e Raffaele Sollecito, commentando l'arrivo della giovane in Italia per il festival della giustizia penale di Modena. «Per me è tutto finito con quel processo. Umanamente posso essere contento: tornare in Italia per lei immagino significhi aver superato quel trauma psicologico. Detto ciò, il suo arrivo mi è indifferente. Ho la soddisfazione di aver contribuito ad aver salvato la vita di quelle persone».
Per Pratillo Hellmann,« il clima di diffidenza che c'è nei confronti di Amanda e Sollecito in Italia è nato con il clamore mediatico che fin dalle indagini li additava come i responsabili dell'omicidio di Meredith. La gente è colpevolista: è più semplice scaricare le colpe e le responsabilità su qualcuno. La verità è che l'umanità è sostanzialmente malvagia e le persone vedono se stesse specchiandosi inconsapevolmente negli altri. Il male è in noi ed è facile vederlo negli altri. Quelli nei confronti di Amanda sono giudizi superficiali, ma non c'è da stupirsi: noi siamo fortemente anti-italiani. Sollecito ha infatti difficoltà a trovare un lavoro perché molti non gli credono ancora. Amanda, invece, non ha avuto problemi a rifarsi una vita perché in America le credono». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino