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Quando finalmente si potrà tornare a viaggiare regolarmente, i cannabis coffee shop di Amsterdam, meta principale del 58% dei 20 milioni di persone che ogni anno visitano Amsterdam, potrebbero essere chiusi agli stranieri.
Una proposta in questo senso è stata avanzata dal sindaco Femke Halsema con l'appoggio delle autorità per la sicurezza, preoccupate delle conseguenze di un turismo perlopiù a basso costo e delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.
«Amsterdam è una città internazionale e desideriamo attirare i turisti - afferma il sindaco - ma per le sue bellezze artistiche e naturali e le sue istituzioni culturali», e non per i cannabis coffee shop. La cannabis è tecnicamente illegale nei Paesi Bassi, ma il possesso di meno di cinque grammi è stato depenalizzato nel 1976. La produzione rimane proibita ma i coffee shop possono venderla. Alcune restrizioni sono state già imposte in altre città, quali Maastricht e Den Bosch, che da tempo lamentavano un numero eccessivo di turisti in arrivo soprattutto da Belgio, Germania e Francia, solo per fumare erba.
Ad Amsterdam, che ospita un terzo di tutti i cannabis cafè sono stati chiusi alcuni negozi ed è stato vietato il fumo in alcune parti della città. Residenti e imprenditori guardano con favore ad ulteriori restrizioni, nonostante si preveda un aumento del flusso turistico. Altri osservano che la chiusura dei 'coffee shop' potrebbe riportare in strada il commercio e il consumo delle droghe leggere, con l'effetto di aumentare, e non diminuire, la presenza della criminalità.
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