Ancona, nel ripostiglio della scuola le carezze hard del bidello di 66 anni alle studentesse

Ancona, nel ripostiglio della scuola le carezze hard del bidello di 66 anni alle studentesse
Nel ripostiglio della scuola c’è uno specchio, utilizzato dalle ragazze per pettinarsi, ritoccarsi il trucco, magari dopo l’ora di ginnastica. E’...

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Nel ripostiglio della scuola c’è uno specchio, utilizzato dalle ragazze per pettinarsi, ritoccarsi il trucco, magari dopo l’ora di ginnastica. E’ lì, in quel piccolo stanzino, che avvenivano gli incontri ravvicinati con il bidello. «I capelli ti stanno meglio così». Oppure: «Hai messo male il rossetto». Ogni scusa era buona per accostarsi, allungare le mani sulle studentesse più carine con cui cercava di entrare in confidenza.


«Io avevo paura di prendere l’ascensore, una volta mi sono trovata sola con lui, ho notato che si stava avvicinando, ma per fortuna è entrata una mia amica», racconta un’alunna del primo anno dell’Istvas, l’istituto superiore di via Trevi, a Monte Dago, dove lavora il bidello di 66 anni arrestato giovedì dai carabinieri della stazione di Brecce Bianche con l’accusa di atti sessuali con minorenni, reato per il quale rischia fino a 10 anni di carcere. «Non ho fatto niente, sono solo espansivo e gentile con tutti» si giustifica il collaboratore scolastico, incastrato però dalle immagini delle spycam piazzate dagli investigatori nell’ascensore e nel suo ufficio. Per ora sono tre le presunte vittime di queste attenzioni particolari: una 15enne e due 14enni.

Ma l’indagine potrebbe allargarsi ad altre ragazze che adesso potrebbero trovare il coraggio di parlare, di esporsi, ampliando un quadro probatorio considerato comunque già piuttosto robusto dagli inquirenti. E’ nell’ascensore, ma soprattutto nel ripostiglio che avvenivano gli approcci. “Voleva fare il simpatico, ma aveva un comportamento molto strano” confessa all’uscita della scuola un’amica della prima studentessa che ha sporto denuncia. «I ragazzi non li calcolava più di tanto. Ma con le ragazze era molto gentile, troppo. Quando qualcuno andava in bagno a fumare, lui chiudeva un occhio: bastava quel piccolo segreto per entrare in confidenza. A me non è successo nulla, però le mie amiche le ha toccate».


Sarebbero state infastidite con carezze e baci dal bidello. All’indomani della notizia dell’arresto, richiesto dal pm Serena Bizzarri e notificato dal gip Carlo Cimini, all’Istvas è calato un velo di paura e sgomento. Non è un giorno come tanti altri. I corridoi dell’istituto sono pervasi da un silenzio inconsueto, rotto soltanto dal bisbiglio di insegnanti e studenti. «Hai saputo? E’ proprio lui? Non ci credo, è impossibile...». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino