Sette prostitute monitorate al lavoro da una app gestita da albanesi

Sette prostitute monitorate al lavoro da una app gestita da albanesi
Le convincevano a lasciare il proprio Paese con la promessa dell'amore e di un lavoro onesto, ma una volta in Italia le costringevano a prostituirsi. Questa a tecnica della...

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Le convincevano a lasciare il proprio Paese con la promessa dell'amore e di un lavoro onesto, ma una volta in Italia le costringevano a prostituirsi. Questa a tecnica della banda di albanesi smantellata dai carabinieri

del Comando provinciale di Torino. La gang, che gestiva sette donne di nazionalità albanese e greca, voleva assicurarsi il controllo del mercato del sesso nella zona nord del capoluogo piemontese. Per farlo aveva minacciato le prostitute nigeriane della zona, spingendosi a sparare alcuni colpi di pistola in
aria per costringerle a spostarsi.
Nulla doveva essere lasciato al caso, nemmeno gli spostamenti delle loro ragazze. Gli sfruttatori le controllavano 24 ore su 24 con un'app spia installata sui cellulari. Ma alla fuga le sette donne nemmeno ci pensavano: nonostante le violenze e le umiliazioni, non riuscivano a trovare la forza di allontanarsi dai loro aguzzini. Ognuna di loro doveva guadagnare 300 euro al giorno, somma che la banda reinvestiva nella produzione industriale di marijuana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino