Knockout game a Pescara, blitz nella notte: arrestati due ragazzi

Knockout game a Pescara, blitz nella notte: arrestati due ragazzi
«Knockout game» a Pescara nelle notti della movida pescarese, la Squadra Mobile arresta due giovani di 20 e 27 anni con l'accusa di lesioni gravissime. I due,...

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«Knockout game» a Pescara nelle notti della movida pescarese, la Squadra Mobile arresta due giovani di 20 e 27 anni con l'accusa di lesioni gravissime. I due, identificati in base a filmati dei sistemi di videosorveglianza

e a testimonianze, sarebbero autori di violente aggressioni avvenute nei giorni 11 e 19 febbraio scorsi nei pressi dei locali del centro storico di Pescara. Due i ragazzi rimasti gravemente feriti dopo essere stati raggiunti da pugni al volto. Il knockout game è un fenomeno violento importato dagli Usa che comporta lo sferrare colpi a tradimento a persone sconosciute, aggredito senza motivo, per poi dileguarsi nel nulla.


«Immotivate e condotte da più persone in maniera proditoria, con colpi sferrati all'improvviso, senza che le vittime potessero difendersi, con conseguenze gravi per i due malcapitati. Ragazzi colpiti con calci e pugni. Testimoni ci hanno poi riferito che i due aggressori, una volta conclusa l'aggressione, si erano complimentati fra loro». Lo ha detto in conferenza stampa il primo dirigente della Squadra Mobile della Questura di Pescara, Pierfrancesco Muriana, illustrando l'operazione che ha portato all'arresto dei due giovani.

Sono finiti ai domiciliari il ventenne Francesco Parolise, in carcere Andrea Tiberii, 27 anni, entrambi pescaresi già noti alle forze dell'ordine. In corso l'identificazione di altri giovani del branco, alcuni dei quali praticherebbero boxe a livello dilettantistico. «Abbiamo in corso da tempo - ha spiegato Muriana - servizi di carattere preventivo interforze che stiamo ripetendo spesso anche nei fine settimana, vogliamo prevenire questo fenomeno criminale e garantire una tranquilla movida ai tanti giovani che affollano queste zone. Rivolgiamo agli esercenti di continuare a collaborare così come fatto in passato per denunciare episodi di violenza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino