OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Violenza in un asilo. Sei misure giudiziarie a carico della titolare di un asilo nido e di 5 maestre sono state emesse dal Tribunale di Milano a causa dei presunti metodi coercitivi e violenti esercitati nella struttura, che si trova nel Milanese. Le indagini sono nate dalle segnalazioni di alcune stagiste. Strattoni, schiaffi, spinte e metodi punitivi sarebbero stati accertati dai carabinieri di Legnano, portando alla misura cautelare dell'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia e alla interdittiva del divieto di esercizio della professione, nei confronti della titolare e delle 5 collaboratrici.
Ischia, suora arrestata per maltrattamenti: schiaffi a un bimbo di 4 anni immortalati in un video
Bimbi colpiti e umiliati, scatta la condanna per la maestra violenta
Tra i metodi coercitivi scoperti dai carabinieri di Legnano ci sono anche condotte denigratorie verso i piccoli, molti dei quali stavano imparando a camminare e sarebbero stati bersagliati con piccoli oggetti per vederli cadere e quindi deriderli.
TIRO AL BERSAGLIO - C'è anche il “tiro al bersaglio” con cubotti, cuscini e palline di plastica contro i bimbi nel lungo elenco di violenze fisiche e verbali che le 5 maestre dell'asilo nel Milanese, per mesi hanno perpetrato, dimostrando «con indiscutibile chiarezza (..) la totale carenza di capacità di autocontrollo» e anche «incuranza, insensibilità e spregio» nei confronti dei bambini. È quanto viene a galla dalle testimonianze delle giovani stagiste che hanno denunciato le insegnanti destinatarie della misura cautelare della sospensione per un anno dalla professione e dell'obbligo di firma per maltrattamenti aggravati. Come si legge nell'ordinanza del gip Ileana Ramundo, le maestre , oltre alle pantofole e ai giocattoli, avrebbero lanciato «quasi quotidianamente» palline di plastica contro i piccoli «facendo a gara a chi ne colpisse di più, attribuendo dei punteggi alle varie parti del corpo colpite» fino a un massimo di 5 punti se il bimbo fosse caduto. Un gioco che, in aggiunta al resto, per il giudice è indice di «una spiccata pericolosità sociale» tale da «rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti», vista «l'incapacità» delle indagate di «percepire il disvalore delle loro condotte».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino