Assalto degli antagonisti a una volante della Polizia a Torino, Mattarella sente Piantedosi: «Solidarietà agli agenti»

La una pattuglia è stata assalita per impedire il trasferimento di un migrante in un centro di espulsione

Assalto degli antagonisti a una volante della Polizia a Torino, Mattarella sente Piantedosi: «Solidarietà agli agenti»
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della...

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. È quanto riferito in una nota del suo ufficio stampa. Mattarella ha inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia. Subito dopo il presidente ha sentito il ministro Piantedosi.

 

Assalto alla volante, cosa è successo

Per l'assalto alla volante della Polizia davanti alla questura avvenuto nel pomeriggio a Torino cinque antagoniste sono state fermate e identificate. La una pattuglia è stata assalita per impedire il trasferimento di un migrante in un centro di espulsione. Le cinque donne sono state rilasciate e sono indagate per resistenza a pubblico ufficiale. «Un'inaccettabile atto di violenza» che è, sottolinea infatti il titolare del Viminale, «sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell'ordine e la Polizia in particolare».

 

L'uomo a bordo 

È accusato di deturpamento, oltraggio a pubblico ufficiale e violazione delle norme sull'immigrazione l'uomo di origini marocchine che una cinquantina di antagonisti e anarchici ha cercato di liberare, assaltando una pattuglia della polizia, davanti alla Questura di Torino. Si tratta di un 31enne in Italia dal 2012. A quanto si apprende da fonti autorevoli l'uomo ha sulle spalle tredici condanne passate in giudicato. Una di queste è per violenza sessuale di gruppo. Il parapiglia scoppiato questo pomeriggio nel capoluogo piemontese è nato perché il 31enne doveva essere trasferito in centro di rimpatrio in Lombardia dopo che il prefetto di Torino aveva firmato il decreto di espulsione.

 

 

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Il Mattino