Pranzo di nozze con 30 intossicati, morto lo zio: «Vogliamo giustizia, non i soldi del ristorante»

Pranzo di nozze con 30 intossicati, morto lo zio dello sposo: "Vogliamo giustizia, non soldi"
Doveva essere il giorno più bello della loro vita, ma le nozze di Valentina Fina e Fabrizio Magnelli, di Alpignano (Torino), si sono trasformate in una tragedia. Una...

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Doveva essere il giorno più bello della loro vita, ma le nozze di Valentina Fina e Fabrizio Magnelli, di Alpignano (Torino), si sono trasformate in una tragedia. Una giornata indimenticabile, sì, ma in senso negativo: sarà difficile, infatti, superare lo choc per la morte di Pierino, lo zio dello sposo, il più grave tra i 30 intossicati dopo il pranzo di nozze a base di pesce che la coppia aveva deciso di organizzare il giorno dopo il matrimonio per salutare i parenti prima della partenza per Zanzibar, destinazione della luna di miele.




Il viaggio di nozze è stato immediatamente annullato a causa della tragedia. Come riporta La Stampa, Valentina e Fabrizio si erano sposati lo scorso sabato ma avevano deciso di replicare i festeggiamenti il giorno successivo, in una struttura di Maretto (Asti). Qui, però, gli invitati avevano iniziato a lamentare un'eccessiva presenza di mosche, vespe e altri insetti e altri invece avevano trovato alcune portate troppo crude. «Abbiamo scelto quel ristorante dopo una lunga ricerca, abbiamo controllato le recensioni e siamo andati per tre volte a provare il menu delle nozze. I preparativi sono durati un anno» - raccontano gli sposi - «Dopo essere andati a dormire in un bed&breakfast, abbiamo ricevuto le prime telefonate preoccupate dei parenti che accusavano malori e vomitavano. Siamo stati male anche noi, ci hanno anche ricoverato, ma non pensavamo che la tragedia potesse essere così grave».



Pierino Magnelli è morto ieri, dopo che il quadro clinico in seguito all'intossicazione si era complicato. Per questo Valentina e Fabio hanno deciso di chiamare i Nas: «Avevamo parlato con i gestori del ristorante, prima hanno negato ogni accusa e poi ci hanno chiesto scusa offrendoci un risarcimento. Noi però vogliamo giustizia, non soldi. Molte persone stanno ancora male e la morte di nostro zio non si può riparare. L’unica cosa che ci dà la forza di andare avanti è la speranza nella giustizia. Tutto il resto, pranzo di nozze compreso, vogliamo cancellarlo dai nostri ricordi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino