Medio Oriente: la tensione aumenta, il contingente americano pure. Di comune accordo con la Difesa, la Casa Bianca mostra i...
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Di comune accordo con la Difesa, la Casa Bianca mostra i muscoli e invia altri mille uomini, formalmente per ragioni difensive. Truppe di Marine e Servizi Segreti in risposta all’attacco perpetrato a danno delle petroliere nel golfo dell’Oman, con il giallo che per la Comunità Internazionale si infittisce e che per gli Stati Uniti è invece chiarissimo: la colpa è dell’Iran.
Un Iran contro il quale Trump e Pompeo promettono fuoco e fiamme, mentre continuano ad agitare a scena aperta lo spettro di un intervento militare.
L’Unione Europea prova a erigersi ad arbitro e invita le parti alla moderazione, ma da Teheran non arrivano di certo notizie rassicuranti.
«Non abbiamo alcuna intenzione di rallentare né tantomeno di rinunciare al nostro programma nucleare». «Con gli accadimenti relativi alle navi», che le autorità di Rouhani continuano a declassare a incidente, «non c’entriamo assolutamente nulla».
Così il governo iraniano in una nota ufficiale.
Non basta, però, a convincere un Pentagono che sembra procedere già a grandi falcate verso qualcosa di più grosso. Anche perché, da quando gli Usa hanno deciso di uscire dall’accordo fortemente voluto da Obama, del dialogo non c’è stata più alcuna traccia.
E dunque, per quanto Trump insista sul concetto di non desiderare uno scontro frontale, tra silenzio, nervosismo ed eserciti che crescono, non si capisce bene quale possa essere l’alternativa alla guerra.
Il Mattino