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Cinque giorni dopo il voto che lo ha incoronato ancora una volta presidente della Russia, Vladimir Putin affronta il primo grande snodo del suo nuovo mandato. L'attacco alla Crocus City Hall di Krasnogorsk, a nordovest di Mosca, è un test cruciale per il capo del Cremlino. Putin ha sempre voluto dare all'opinione pubblica russa il senso di sicurezza, una stabilità ottenuta anche attraverso una repressione sempre più meticolosa. Ma, adesso, la "fortezza Russia" non appare più così impenetrabile. Colpita dall'esterno, con i droni e missili ucraini che riescono ad arrivare sempre più in profondità, e colpita dall'interno. Da quel fronte interno che ha segnato tutta la stagione di potere di Putin. Centinaia di morti che hanno spesso avuto origine nel fondamentalismo ceceno. Ma che per gli oppositori di Putin potrebbero avere un'altra regia, capace di andare oltre la rivendicazione dell'Isis: nei corridoi della Lubjanka, sede dei servizi segreti, o in qualche stanza del Cremlino.
I PUNTI
I punti interrogativi sono ancora molti. L'unica certezza è che Putin dovrà dare una risposta netta a un colpo al cuore del suo "impero". Da tempo gli esperti dell'intelligence, anche occidentali, temevano un attacco terroristico. Il 7 marzo, l'ambasciata degli Stati Uniti a Mosca aveva messo in guardia i cittadini Usa sul rischio di attentati. «L'ambasciata sta monitorando i rapporti secondo cui gli estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, compresi i concerti, e i cittadini statunitensi sono avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore». Concerti come quelli della sala di Krasnogorsk che ieri è stata colpita dagli uomini in mimetica.
Putin è a un bivio.
I VETERANI
Non manca anche qualcuno che ipotizza un ruolo di qualche vecchio amico/nemico del presidente, come singoli veterani della Wagner caduti in disgrazia e che vogliono vendicare quei giorni convulsi del 2023 o la misteriosa morte del loro leader. Tutte le ipotesi sono sul tavolo e, almeno fino a questo momento, si tratta di pure speculazioni. Ma quello che appare certo è che la "fortezza Russia" non appare più tale. La scorsa estate, alcuni gruppi paramilitari marciavano verso la capitale guidati dal capo della Wagner, Evghenij Prigozhin. Prima delle elezioni, la morte del dissidente Aleksei Navalny ha fatto quasi trapelare il timore di una leadership che non si sentiva più al sicuro. Mentre ora il sangue di decine di morti bagna il nordovest di Mosca. Per adesso, nella capitale sono stati annullati eventi pubblici, sportivi e culturali, ed è stata rafforzata la sicurezza nelle infrastrutture critiche. Ma mentre l'intelligence indaga sull'attacco, tutti gli osservatori concordano che il segnale che darà il leader russo in queste ore fornirà indicazioni precise sul presente e sul futuro del Paese. Ma anche sul nemico che sarà individuato. La capitale dello "zar" è stata colpita in modo brutale e diretto. E al senso di debolezza, Putin potrebbe rispondere come ha sempre fatto: con una dimostrazione di forza. Leggi l'articolo completo suIl Mattino