OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Quaternary Science Reviews” e condotto dall’archeologo Kasih Norman della Griffith University nel Queensland ha rivelato l’esistenza di un continente perduto, una nuova Atlantide, a largo della costa settentrionale dell’Australia che circa 70.000 mila anni fa avrebbe ospitato fino a mezzo milione di persone. Un ricco ecosistema, secondo il team, con popolazioni impressionanti simili a quelle delle città odierne.
Più grande di circa 1,6 volte il Regno Unito, conteneva arcipelaghi, laghi, fiumi e anche un mare al suo interno.
I ricercatori hanno analizzato i dati batimetrici, che rivelano la profondità e la composizione del terreno marino, e i dati storici per stimarne la popolazione e il momento del suo sprofondamento nel mare. Gli abitanti, sorpresi da quella che secondo gli studiosi è stata un'inondazione, hanno ripiegato verso l’Australia. Questo è il motivo dell’aumento di popolazione nelle regioni di Kimberley e Arnhem, nella zona settentrionale del paese.
La sua scomparsa inizia circa 18.000 mila anni fa, al tempo dell’ultima glaciazione. Quando varie aree continentali del globo lasciano spazio al mare, scomparvero anche molte parti del continente perduto che circondava l’Australia, che la collegava alla Nuova Guinea e alla Tasmania (ora conosciute con il nome collettivo di Sahul).
Oggi si trova a 100 metri sott’acqua nel mare di Timor, la parte di Oceano Indiano che oggi divide l’isola di Timor dalla costa nord-occidentale dell’Australia. Le ricerche sono ancora in corso, ma l'archeologo Norman ha già dichiarato che «era diverso da qualsiasi altro paesaggio oggi esistente sul pianeta».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino